Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante/II Redazioni compendiose della vita di Dante/VI. Dolore di Dante per la morte di Beatrice

II Redazioni compendiose della vita di Dante - V. Amore per Beatrice II Redazioni compendiose della vita di Dante - VII. Matrimonio di Dante

[p. 73 modifica] d’amare lagrime assai spesso dolorosa cagione, si come egli in parte nella sua Vita nuova dimostra. Ma quello che rade volte suole negli altri cosí fatti amori intervenire, in questo essendo avvenuto, non è senza dirlo da trapassare. Fu questo amor di Dante onestissimo, qual che delle parti, o forse amendue, fosse di ciò cagione. Egli quantunque, almeno dalla parte di Dante, ardentissimo fosse, niuno sguardo, niuna parola, niun cenno, niun sembiante, altro che laudevole, per alcun se ne vide giammai. Che piú? Dal viso di questa giovine donna, la quale non Bice, ma dal suo primitivo sempre chiamò Beatrice, fu primieramente nel petto suo desto lo ’ngegno al dovere parole rimate comporre. Delle quali, si come manifestamente appare, in sonetti, ballate e canzoni e altri stili, molte in laude di questa donna eccellentissimamente compose, e tal maestro, sospingnendolo Amor, ne divenne, che, tolta di gran lunga la fama a’ dicitor passati, mise in opinion molti che niuno nel futuro esser ne dovesse, che lui in ciò potesse avanzare.

VI

DOLORE DI DANTE PER LA MORTE DI BEATRICE

Gravi erano stati i sospiri e le lagrime, mosse assai sovente dal non potere aver veduto, quanto il concupiscibile appetito disiderava, il grazioso viso della sua donna; ma troppo piú ponderosi gliele serbava quella estrema e inevitabile sorte che, mentre viver dovesse, ne ’l doveva privare. Avvenne adunque che, essendo quasi nel fine del suo vigesimoquarto anno la bellissima Beatrice, piacque a Colui che tutto puote di trarla delle temporali angosce e chiamarla alla sua eterna gloria. La partita della quale tanto impazientemente sostenne il nostro Dante, che, oltre a’ sospiri e a’ pianti continui, assai de’ suoi amici lui quel senza morte non dover finire estimarono. Lunghe furono e molte [le sue lagrime], e per lungo spazio ad ogni