Come arrivarci

../Ricerca e sviluppo open source e reinvezione del patrocinio ../Conclusioni: la vita dopo la rivoluzione IncludiIntestazione 8 settembre 2014 75% Open Source

Eric Steven Raymond - Il calderone magico (1999)
Traduzione dall'inglese di Sabrina Fusari (1999)
Come arrivarci
Ricerca e sviluppo open source e reinvezione del patrocinio Conclusioni: la vita dopo la rivoluzione


I meccanismi di mercato che consentono di finanziare (e di trarne profitti!) lo sviluppo open source sono ancora in rapida evoluzione. I modelli aziendali che abbiamo passato in rassegna in questo saggio non saranno probabilmente gli ultimi a essere inventati. Gli investitori stanno ancora pensando attentamente alle conseguenze della reinvenzione dell’industria del software come struttura esplicitamente concentrata sui servizi, anziché sulla proprietà intellettuale esclusiva, e continueranno ancora per un bel po’.

Questa rivoluzione concettuale avrà dei costi sui vecchi profitti di chi investe nel 5% dell’industria che fa ancora leva sul valore di vendita: storicamente, le imprese nei servizi sono meno remunerative di quelle industriali (anche se, come qualsiasi medico o avvocato potrà confermarvi, i redditi degli addetti ai lavori, solitamente, sono più alti). Ma tutti questi profitti persi saranno più che colmati dai vantaggi in termini di spesa, visto che i consumatori di software si assicurano fortissimi risparmi e maggiore efficienza, con l’open source. (Si può istituire un parallelo, qui, con gli effetti che la sostituzione di Internet alla tradizionale rete telefonica vocale sta esercitando ovunque).

La promessa di tanto risparmio ed efficienza è di creare un’opportunità di mercato che imprenditori e investitori si stanno preparando a sfruttare. Mentre era in preparazione la prima bozza di questo saggio, la più prestigiosa società d’investimento in capitale di rischio della Silicon Valley ha acquisito quote di maggioranza nella prima società di inserimento specializzata nell’assistenza tecnica a Linux ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni alla settimana. Ci si aspetta che, prima della fine del 1999, verranno lanciate diverse offerte primarie di azioni relative a Linux e ad altri progetti open source e che riporteranno un discreto successo.

Un altro sviluppo assai interessante è rappresentato dai primi tentativi sistematici di costruire mercati specifici per lo sviluppo open source.
SourceXchange e CoSource rappresentano due tentativi leggermente diversi di applicazione del modello di "asta inversa" ("reverse auction")1 al finanziamento dello sviluppo open source.

Le tendenze generali sono chiare. Abbiamo già citato le proiezioni dell’IDC secondo cui Linux crescerà più velocemente di tutti gli altri sistemi operativi messi insieme fino al 2003. Apache è al 61% della quota di mercato ed è in crescita costante. L’utilizzo di Internet è in crescita esponenziale e i sondaggi come Internet Operating System Counter mostrano che Linux e altri sistemi operativi open source sono già maggioritari tra gli host che navigano Internet e in costante recupero rispetto ai sistemi commerciali. La necessità di utilizzare infrastrutture Internet open source condiziona sempre più non soltanto il design di altri software, ma anche le strategie d’impresa e gli schemi di utilizzo/acquisto di software per tutte le società esistenti. Queste tendenze, in linea di massima, sembrano orientate ad accelerare.


Note

  1. Reverse auction: neologismo coniato nel 1996 da Hal Segal, fondatore dell’azienda TravelBid. Si tratta di un’asta in cui i compratori elencano gli articoli o prodotti (anche finanziari) che intendono acquistare, mentre i venditori ne propongono i prezzi. Si tratta di un tipo di asta che lascia più spazio all’acquirente rispetto alle tradizionali aste all’inglese e all’olandese, in quanto è il compratore a stabilire gli esatti requisiti del prodotto di suo interesse, anziché basare il proprio acquisto, come avviene nelle aste tradizionali, sulle caratteristiche presentate dal venditore (N.d.T).