Il buon cuore - Anno XIV, n. 50 - 11 dicembre 1915/Educazione ed Istruzione

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Il buon cuore - Anno XIV, n. 50 - 11 dicembre 1915 Religione

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La distribuzione dei colori nella natura


La distribuzione dei colori nella natura è materia di interessante studio, e presenta molti problemi non facili a risolvere. In certuni di essi la scienza ha già detto l’ultima parola. Si sa, per esempio, che la luce bianca del sole si suddivide in infinite tinte e sfumature passando attraverso un corpo rifrattivo; si sa che varie sostanze assorbodo alcuni raggi della luce solare e ne riflettono altri. Ma, quantunque la scienza insegni queste e altre cose, essa non sa ancora dire in che cosa i tessuti di un fiore turchino differiscano da quelli di un fiore rosso, o perchè certi animali abbiano il pelame variamente colorato, e di tanti altri fenomeni relativi al colore non sa spiegare con certezza le ragioni.

Un argomento molto discusso è se il colore della pelle di certi animali abbia veramente lo scopo di difenderli dagli attacchi nemici. Certo è che molti animali hanno una tinta più o meno somigliante a quella delle cose che li circondano: alcuni, anzi hanno la proprietà di mutar colore e di assimilarsi quello che predomina in ciascun nuovo ambiente: fra essi basti ricordare non solo il proverbiale camaleonte, ma anche la rana e la lucertola. Tale proprietà è assai più comune fra gli animali delle specie inferiori.

Benchè anche le uova di molte specie d’uccelli assumano il colore più atto a confonderle, collo strato di terra, o di sassi o di verdure in cui esse giacciono, pure non è certo che il loro colore abbia solo uno scopo di protezione; molte uova, infatti, deposte nel-

l’oscurità assoluta hanno colori magnifici, o sono stranamente variegate.

Nei pesci, e probabilmente in altri animali che hanno la facoltà di mutar colore rapidamente, tale fenomeno sembra dovuto alle impressioni da loro ricevute per gli occhi.

Già nel 1858 Lister dimostrò che animali di vista difettosa non cambiano facilmente colore; più tardi Pouchain accertò che i nervi simpatici disposti lungo la colonna vertebrale trasmettono alle cellule coloranti della pelle, le impressioni degli organi visivi. Paralizzata con l’atropina o per una ragione qualsiasi l’azione di quei nervi, le cellule coloranti non si alterarono più.

Tale teoria, però, se regge per i pesci, non si può applicare ai mutamenti di colore delle crisalidi, giacche nulla fa credere ch’esse posseggano, sia pure in leggera misura, il senso della vista. Qualunque sia la causa determinante dei mutamenti di colore cui va soggetta la pelle di molti animali, nella maggior parte dei casi lo scopo di tale fenomeno è indubbiamente la preservazione della specie. E’ strano perciò, che un numero relativamente scarso di animali possegga questa facoltà.

Il colore delle piante e degli animali senza dubbio è determinato principalmente dalla intensità di luce alla quale le une o gli altri sono generalmente esposti. La prevalenza del bianco e dei colori sbiaditi fra gli animali delle regioni polari non si spiega soltanto con la tendenza delle loro pelliccie o delle loro piume e penne ad assumere la tinta delle cose circostanti; la mancanza di luce e forse quella del calore, contribuiscono certo in grande misura a stabilire la prevalenza suddetta, mentre i vivaci colori dei fiori, degli uccelli e degli insetti che vivono nelle regioni tropicali debbono attribuirsi principalmente all’ardore dei raggi solari pioventi sùlle regioni equatoriali.

Quantunque, però, in generale i colori siano più brillanti quanto più ci si avvicina all’Equatore, le eccezioni sono troppe, perchè si possano stabilire delle regole fisse.

Un’interessante questione si presenta a proposito di uccelli bianchi; perchè è così raro il color bianco negli uccelli di terra, ed è invece così frequente nei [p. 346 modifica]volatili acquatici, in quelli di mare sopratutto? che il loro colore abbia uno scopo di protezione non si può davvero affermare, perchè gli uni e gli altri non sfuggono all’occhio e al fucile del cacciatore, o all’ingordigia degli uccelli da preda. Nessuna risposta plausibile. Molte questioni relative ai colori nella natura restano insolute a causa delle frequenti eccezioni che contraddicono le teorie generali. Per esempio mentre par certo che l’intensità di calore e di luce influiscano sull’intensità di colore non è men vero che moltissimi minerali di colori vivissimi giacciono nelle viscere della terra dove non penetra un.raggio di sole. Le stagioni sembra che abbiano una certa influenza sul colore dei fiori. Nei mesi invernali e all’inizio della primavera il bianco e il giallo prevalgono in modo quasi assoluto nella flora. In primavera inoltrata si hanno i colori bianco, giallo, turchino, lilla e rosa, con prevalenza del giallo. Il color rosa è quello che predomina nei mesi estivi; quanto più s’inoltra l’estate verso l’autunno, tanto più vivi e accesi si fanno i colori. Il giallo è l’unica tinta che si mantenga in tutte le stagioni. Tra i fiori il verde è il colore più raro, senza dubbio perchè il meno attraente per gli insetti, dalla cui attività dipende non poco la fecondazione delle piante. Ben rare sono le piante auto-fecondatrici con fiori di color verde. Da osservazioni di competenti pare che il giallo sarebbe stato il colore primitivo dei fiori, e che le tinte successivamente più forti sarebbero dovute alla qualità e alla quantità di nutrizione delle piante.