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346 IL BUON CUORE


volatili acquatici, in quelli di mare sopratutto? che il loro colore abbia uno scopo di protezione non si può davvero affermare, perchè gli uni e gli altri non sfuggono all’occhio e al fucile del cacciatore, o all’ingordigia degli uccelli da preda. Nessuna risposta plausibile. Molte questioni relative ai colori nella natura restano insolute a causa delle frequenti eccezioni che contraddicono le teorie generali. Per esempio mentre par certo che l’intensità di calore e di luce influiscano sull’intensità di colore non è men vero che moltissimi minerali di colori vivissimi giacciono nelle viscere della terra dove non penetra un.raggio di sole. Le stagioni sembra che abbiano una certa influenza sul colore dei fiori. Nei mesi invernali e all’inizio della primavera il bianco e il giallo prevalgono in modo quasi assoluto nella flora. In primavera inoltrata si hanno i colori bianco, giallo, turchino, lilla e rosa, con prevalenza del giallo. Il color rosa è quello che predomina nei mesi estivi; quanto più s’inoltra l’estate verso l’autunno, tanto più vivi e accesi si fanno i colori. Il giallo è l’unica tinta che si mantenga in tutte le stagioni. Tra i fiori il verde è il colore più raro, senza dubbio perchè il meno attraente per gli insetti, dalla cui attività dipende non poco la fecondazione delle piante. Ben rare sono le piante auto-fecondatrici con fiori di color verde. Da osservazioni di competenti pare che il giallo sarebbe stato il colore primitivo dei fiori, e che le tinte successivamente più forti sarebbero dovute alla qualità e alla quantità di nutrizione delle piante.

Religione


DOMENICA QUINTA D’AVVENTO

Testo del Vangelo.

Giovanni rende testimonianza di Lui, e grida dicendo: Questi è colui del quale io diceva: Quegli che verrà dopo di me è da più di _me perchè era prima di me. E della pienezza di Lui noi tutti abbiamo ricevuto e una grazia in cambio di un’altra: perchè da Mosè fa data la legge: la grazia e la verità per Gesù Cristo fu fatta. Nessuno ha mai veduto Dio; l’Unigenito Figliuolo, che è nel seno del Padre Egli ce lo ha rivelato. Ed ecco la testimonianza che rendè Giovanni, quando i Giudei mandarono a Gerusalemme i sacerdoti e i leviti a lui per domandargli,Chi sei tu? Ed ei confessò’, e non negò; e confessò: Non sono io il Cristo. Ed essi gli domandarono: E che adunque: Sei tu Elia? Ed ei rispose: Nol sono. Sei tu il Profeta? Ed ei rispose: No. Gli dissero pertanto: Chi sei tu, affinchè possiamo rendere risposta a chi ci ha mandato? Che dici di te stesso? Io sono, disse, la voce di colui che grida nel deserto: Raddrizzate le vie del Signore, come ha detto il profeta

Isaia. E questi messi eran della setta dei Faris’i, e lo interrogarono dicendogli: Come adunque battezzi tu, se non sei il Cristo, nè Elia, nè il profeta? Giovanni rispose loro e disse: Io battezzo nell’acqua: ma v’ha in mezzo a voi uno; che voi non conoscete: questi è quegli che verrà dopo di me, a cui io non son degno di slegare i legacciolt delle scarpe. Queste cose successero a Betania al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. (S. GIOVANNI Cap. I).

Pensieri.

Un completo insegnamento di umiltà alcuno ha ravvisato nella condotta di Giovanni nell’odierno Vangelo. L’insegnamento è praticamente troppo prezioso per non sforzarci di renderlo nostro. L’umiltà è una delle virtù più importanti e più difficili della vita cristiana; delle più importanti perchè l’umiltà è la verità, delle più difficili perchè urta direttamente il nostro orgoglio. L’umiltà è giustizia e fortezza a un tempo; giustizia perchè ci porta a dare a noi ciò che solo ci appartiene, fortezza perchè, per compiere questo atto, ci vuole una energia di volontà, della quale solo poche anime elette sono capaci; fortezza- tanto più difficile perchè molte volte deve presentarsi sotto l’aspetto di fiacchezza, di impotenza. Fra i molti pregiudizi che si annidano nella coscienza pubblica vi è quello di ritenere che una persona umile non può essere che una persona da poco.

Che Giovanni sia una persona grande, risulta dai prodigi che accompagnavano la sua nascita, dalle virtù praticate nel deserto, dalla missione di precursore che esercita nell’apostolato e coll’amministrazione del battesimo, dai pubblici elogi che ne ha fatto Cristo, e dalla venerazione e dall’affetto di cui lo circondavano i suoi discepoli. La sua grandezza risulta dalla elevatezza del linguaggio che usa nell’odierno Vangelo: quali frasi più elevate di queste, parlando di Gesù: chi è dopo di mè è da più di me, perchè era prima di me? In questa frase è confessata la divinità di Cristo coli’ evidente accenno alla sua eternità. Da Mosè fu data la legge; la grazia e la verità per Gesù Cristo fu fatta. E’ una pennellata che in poche parole riassume e presenta!la caratteristica dei due Testamenti, nelle due più grandi persone che li rappresentano, Mosè, Cristo, coll’opera loro speciale. Mosè la legge, Gesù la grazia. Nessuno ha mai veduto Dio; l’Unigenito figliuolo, che è nel seno del Padre, egli ce lo ha rivelato. Queste parole sono il più splendido riassunto della più alta filosofia e della più sublime teologia: Dio spirito non è oggetto percettibile ai sensi, non è comprensibile nella sua infinita perfezione neanche alla mente umana; Dio non è conosciuto perfettamente che da Dio; e il suo figliuolo lo conosce, perchè è nel seno di Dio; dunque il Figliuolo è Dio come il Padre; è la consostanzialità del Figlio col Padre, predicata da Giovanni quattro secoli prima che la Chiesa la definisse nel Concilio Costantinopolitano.