Il buon cuore - Anno XIII, n. 42 - 24 dicembre 1914/Religione

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Domenica sesta d’Avvento


Testo del Vangelo.

In quel tempo fu mandato l’angelo Gabriele da Dio, in una città della Galilea, chiamata Nazareth; a una vergine sposata ad un udrno della casa di Davidde, nomato Giuseppe; e la vergine si chiamava Maria. Ed entrato l’angelo da lei, disse: Dio ti salvi, piena di grazie: il Signore è teco: benedetta tu fra le donne. Le quali cose avendo ella udite, si turbò alle sue parole; e andava pensando che sorta di saluto fosse questo. E l’Angelo disse: Non temere, Maria, imperocchè hai trovato grazia dinanzi a Dio. Ecco che concepirai e metterai alla luce un figlio, e gli porrai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato figliuolo dell’Altissimo; e a lui darà il Signore Iddio la sede di Davidde, suo padre; e regnerà sopra la casa di Gìacobbe in eterno; ed il suo regno non avrà fine. E Maria disse all’angelo: In qual modo avverrà questo, mentre io non conosco uomo? E l’angelo le rispose, e disse: Lo spirito Santo scenderà sopra di te„ e la virtù dell’Altissimo ti adombrerà. E per questo ancora quegli che nascerà.di te Santo, sarà chiamato figliuolo di Dio. Ed ecco che Elisabetta, tua parente, ha concepito anch’essa un figliuolo nella sua vecchiezza; ed è nel sesto mese quello che.dicesi sterile: Imperocchè nulla sarà impossibile a Dio. E Maria disse: Ecco l’ancella del Signore, faceiasi di secondo la tua parola. S. LUCA. cap. 1

Pensieri. L’Evangelista S. Luca ci narra con tutta semplicità l’atto più grandioso compiutosi sulla terra. Il Verbo chiede ad una umile donna Modo di farsi carne, di umanarsi col concorso della sua carne e del suo sangue. E la Vergine Maria — non ignara del grande onore, pavida delle sue grandi responsabilità, incerta innanzi all’Angelo — risponde le memorabili parole del più grande atto d’umile obbedienza: Ecco l’ancella del Signore! In quei momento addiveniva Madre a Dio, regina del cielo e della terra. Sta bene che innanzi a tanta e sì complessa meraviglia lo storico racconti e ci sveli il mistero noti colle sue parole: ci riferisce il colloquio del cielo e (Iella terra, come l’apprese dalla bocca verace di Maria, che lo ha manifestato non a gloria propria. ma a gloria del Figlio, a salute degli uomini tutti.

Molte e varie le considerazioni circa questo brano evangelico. Primamente: ad una giovine — ignorata da tutti, ritirata, quasi nascosta nella sua casetta, fuggita perchè decaduta dall’antico splendore — si inchina un arcangelo, un messo divino. A questa giovane l’arcangelo recita — dopo un brevissimo saluto — il più splendido elogio, traendolo dal fatto, più unico, essere quella pia — non adorna dei vani beni di quaggiù materiali o morali — ma rivestita della grazia divina, di quella soia lieta e contenta: a quella giovine profetizza un futuro di gloria fra tutte le genti per la missione unica, a cui Dio la clìiama in quel momento. Strano fenomeno: forse a due passi da quella cameretta, da quel tugurio squallido, disadorno un mondo folleggiava. in ansie, in lotte disperate, in desiderio di piacere, di trionfo, di gloria, di scienza, di tutto ciò Che forma, ha formato la preoccupazione umana.... in quella casetta questo s’ignora: nella più desolante privazione di tutto il conforto ed il bisognevole, quella pia tutto disprezza, a tutto rinuncia libera, lieta, felice di quel che mondo adora ed insegue: ma il mondo è maledetto e allontanato da Dio. A quella giovane, a Maria s’inchina riverente l’angelo di Dio. Secondo: Nè Maria s’esalta. Conoscitrice — illuminata d’un lume speciale della grazia divina — della Sacra Scrittura, sa che l’angelo non mente: sa che la parola divina non. tuiva impossibilità alcuna, e soffuse le guancie-di rossore all’ingresso del nunzio divino obbietta il diritto della sua verginità. Mirabile! nel confronto fra le glorie della maternità divina e le purissime gioie dello spirito Maria — unica e prima — dubita ed obbietta a Dio medesimo. Unica e prima! Sì, vediamo innanzi a lei passare i secoli tutti: quaranta!... innanzi a lei passano le cento e cento giovani ebree nel cuore delle quali era posata la grande promessa dell’Emmanuele. Oh, quante avran balzato di gioia innanzi al primo gemito, innanzi alla prima speranza... forse son io privilegiata? E Maria rompe, Maria urta contro l’ansie ed il desiderio dei secoli, perchè Maria sola sa le purissime gioie, le grazie di luce, che serba la bellezza d’uno spirito vergine, della castità! Maria infine ubbidisce non quando le si promette la gloria che le deriverebbe dalla maternità divina, ma solo quando vede il volere di pio che essa unisca sè a Dio nella grande opera della Redenzione. Non atta alla gloria si reputava ben matura al sacrificio, al dovere, alla lotta.

Innanzi a tanta eloquenza di fatti e di esempi come agirò? Dio non calcola l’umano; dispreiza ciò., che mondo adora. Come Maria nel calcolo delle cose, della vita non userò più il metodo generale, il criterio umano, no! tutta la vita la`-vorrò vedereda questo lato: non dal transitorio, ma dal lato divino, dal lato eterno. Dio ha premiato l’umiltà, la verginità di lei; due virtù, che gli uomini attribuiscono ai dappoco, agli spiriti deboli... Più rapido che il rovesciasi dell’acqua del torrente che precipita spumeggiante fra i massi del monte passarono le genti... vissero un dì, ricaddero nell’oscuro da cui li trasse il voler di Dio... Rimane tutta luci, tutta bellezza la vergine Maria: la sostengono nell’universale caduta due ali di oro — l’umiltà e la verginità. Virginitate placuit, humilitaie concepit!

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FRANCOBOLLI USATI


Mons. G. Polvara N. 1500 Marchese Luigi Sommi Picenardi 275 e 33 francobolli degli antichi ducati italiani Nob. Marianna Porro-Lodi « 2500