Il buon cuore - Anno XIII, n. 42 - 24 dicembre 1914/Beneficenza

Beneficenza

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Il buon cuore - Anno XIII, n. 42 - 24 dicembre 1914 Religione

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Per l’Asilo Infantile dei Ciechi


Baronessa Rheinelt L. 500

Per la fiera a favore delle operaie: Donna Nova Parrocchetti » 15

PER LA PROVVIDENZA MATERNA

Inviarono indumenti le signore: Contessa Camilla Padulli Borromeo Contessa Fanny Padulli Amman Contessa Elisabetta Jacini Borromeo Contessa Lina Jacini Cavi Contessa Rosa Barbiano di Belgiojoso Venini Marchesa Maria Citterio Greppi

Signora Camilla Castelli Sormani [p. 350 modifica]

Un congedo e una presentazione


Una festa, solenne e commovente a un tempo, compievasi nel salone dell’Istituto dei Ciechi, uno dei giorni della passata settimana.

Nel salone trovavasi radunata tutta la comunità dei Ciechi, Asilo Infantile, Istituto, Asilo Mondonfo, con superiori, maestri, assistenti, gli allievi da una parte, le allieve dall’altra. Sul palco stavano allineati gli allievi della fanfara dell’Istituto, pronti a sprigionare dai loro istrumenti le più gentili armonie, che scoppiarono col fragoroso saluto della marcia reale, appena il Presidente dell’Istituto, cav. uff. dott. Francesco Denti, salito sul palco, annunciò lo scopo della straordinaria adunanza.

Si trattava di dare il congedo, congedo per modo di dire, al vecchio rettore, comm. Luigi Vitali. che aveva dato le sue dimissioni, e di presentare il prof. D. Pietro Stoppani, che il Consiglio, coll’approvazione della Giunta amministrativa, aveva nominato a succedergli.

Il Presidente espose che molto a malincuore il Consiglio si era prestato ad accettare le dimissioni da rettore, più volte presentate, da monsignor Vitali, per l’avanzata età, e frequenti acciacchi di salute; erano ben noti i meriti dinnanzi alla cittadinanza che mons. Vitali si era acquistati nella direzione per quarant’anni dell’Istituto dei Ciechi; se questo Istituto trovasi in cosi floride condizioni materiali e morali, da renderlo uno dei primi non solo in. Italia, ma in Europa, devesi principalmente all’opera assidua, intelligente di mons. ’Vitali, che prodigò tutte le iniziative della sua instancabile attività, perché l’Istituto dei Ciechi rispondesse a tutte le esigenze ’di una istruzione progredita, in bene di una così importante classe di cittadini.

Il dolore di accordargli il desiderato congedo era temperato dal pensiero che mons. Vitali sarebbe rimasto ancora nel, suo appartamento nell’Istituto, col titolo di Rettore onorario consulente, libero dal peso della parte attiva, non privando l’Istituto del vantaggio della sua lunga esperienza. Chi gli succedeva dava poi pieno. affidamento che le tradizioni del rettore Vitali sarebbero state pienamente conservate e fatte progredire; era il nuovo che si innestava sull’antico, unendo il doppio contributo della scienza coll’esperienza: il prof. Pietro Stoppani, già conosciuto e amato nell’Istituto, per l’opera intelligente e zelante già iri esso prestata per oltre quindici anni, come direttore spirituale, era la persona incaricata dell’ufficio di successore, e bastava dirne il nome per meritarsi il comune consentimento.

Il Prof. Stoppani, presente, ringraziò il Consiglio dell’attenzione benevola avuta per lui, nel proporlo e nominarlo alla nuova onorifica e importante carica, ed espose subito con quale programma egli si accingeva all’opera, figurandosi come un capitano, che dall’alto del ponte di una nave, partiva per un lungo viaggio, facendo assegnamento sul concorso dell’opera di tutti i componenti l’equipaggio, che in questo caso erano i membri della amministrazione, i professori, i maestri, non esclusi gli incaricati dei più umili servigi: gli infondeva fiducia il conoscere già in parte la materia del suo lavoro, gli studi speciali fatti in proposito, e il pensare che mentre egli era al comando dei movimenti successivi della nave, il vecchio Rettore continuava ad esserne il pilota.

E il vecchio Rettore, che davero non parve vecchio, nella dolce soddisfazione di essere sollevato da un peso che ormai sembrava soverchio alle sue spalle, pronunciò alcune parole, che commossero, dicendo che in quel momento era diviso da un doppio sentimento di gioia e di dolore, di dolore nel rompere il vincolo attivo di una comunanza di vita, protratta ormai per quasi quarant’anni, di gioia perchè vedeva l’opera sua affidata a mani esperte, che l’avrebbero non solo conservata, ma fatta progredire. E su questo proposito faceva voti che la nuova società lombarda pro Ciechi, della quale lo Stoppani era stato efficace iniziatore ed è Segretario, si avvicinasse e fondesse coll’Istituto, formando, se non nel patrimonio, nell’indirizzo una cosa sola, in modo che a Milano l’opera di assistenza a favore dei Ciechi, fosse rappresentata da un centro solo, al quale in, modo aperto e senza esitazioni, fosse indirizzato il concorso di tutti, senza divisioni e gelosie. Indirizzata a un punto solo, la beneficenza diventa più pronta, più intensa, più efficace.

Egli aveva creduto di Morir prima d’ora: aveva pregato un’antica allieva arpista, ora poveretta morta, di sonargli nella sua agonia un pezzo d’arpa: non ha smesso il suo desiderio, fermandosi a morir nell’Istituto; gli è caro che una nota d’arpa accompagni il momento solenne del suo abbandono della terra; del suo ingresso in cielo.

Verranno fra breve due membri del Consiglio, mandati dalla Giunta socialista: non è a dubitarsi che vengono per fate il bene dell’Istituto; saranno lieti di aggiungere il bene nuovo al bene antico.

Fiori sulla tomba di PIA GAVAZZI GNECCHI



Per la fiera a favore delle operaie:
Giuseppe Sessa L. 100


Per l’opera delle minestre della Società Dame di San Vincenzo:
Adele Sessa Vittadini L. 100
Ernesto e Carla Gnecchi » 100


Per il nuovo impianto per la distribuzione delle minestre della Società di S. Vincenzo:
Anna Sessa Fumagalli » 100


Per una povera famiglia protetta da Pia Gavazzi Gnecchi:
Antonio e Rina Gnecchi L. 100


Per la Provvidenza materna:
Carlo e Lyda Gnecchi L. 50
Gina Romanoni Galli » 30