Il buon cuore - Anno XI, n. 32 - 10 agosto 1912/Religione

Religione

../Educazione ed Istruzione ../Notiziario IncludiIntestazione 29 aprile 2022 75% Da definire

Educazione ed Istruzione Notiziario

[p. 255 modifica]Religione


Vangelo della domenica undecima dopo Pentecoste


Testo del Vangelo.

In quel tempo disse il Signore Gesù questa parabola per taluni i quali confidavano in se stessi, riputandosi giusti e disprezzavano gli altri: due uomini salirono al tempio a fare orazione: uno Fariseo, e l’altro Pubblicano. Il Fariseo stava in piedi e dentro di sè pregava così: Ti ringrazio, o Dio, che io non sono come gli altri uomini, rapaci, ingiusti, adulteri, ed anche come questo Pubblicano: digiuno due volte alla settimana: pago la decima di tutto quel che io posseggo. Ma il Pubblicano, stando da lungi, non voleva neppur alzar gli ccchi al cielo; ma si batteva il petto dicendo: Dio, abbi pietà di me peccatore. Vi dico, che questi se ne tornò giustificato a casa sua, a differenza dell’altro: imperocchè chiunque si esalta, sarà umiliato; e chi si umilia sarà esaltato.

S. LUCA, cap. 12.


Pensieri.

È preferibile un uomo giusto contento di sè, o un peccatore pentito, scontento del suo stato?

Questa è la domanda: e ognuno, guidato dal senso cristiano, comincerebbe a osservare che un giusto contento di sè, dà l’occasione di far sospettare della sua santità.... Vediamo l’insegnamento di Gesù, e come Egli risolve la questione.

Due uomini entrarono nel tempio a pregare: l’uno Fariseo (il giusto secondo la legge) sta presso l’altare, eretto, rigido e prega così: «Ti ringrazio, Signore, ch’io non sono come gli altri uomini, ladri rapaci, adulteri, e nemmeno come quel Pubblicano.

Io digiuno due volte la settimana e pago le decime di tutto quel che possiedo».

Si può dire che il Fariseo è superbo?

Veramente non si potrebbe dire, come non si potrebbe chiamar superba l’anima divota, che ringraziasse Dio, di non essere gentile nè mondana.

E ancora: la legge obbligava a un digiuno per anno, quest’uomo digiunava due volte la settimana; la legge, obbligava al pagamento delle decime sui raccolti delle terre e degli armenti e questo Fariseo, pagava le decime di tutto.... Non faceva il male, dunque, ma il bene, faceva anche più di quello che era comandato. Ed era contento di sè, e non chiedeva nulla al Signore.... Di conseguenza, esce dal tempio senza esser migliore di quando v’era entrato. Con ciò corre un gran rischio: egli è contento di sè, ma sarà ugualmente contento di lui il Signore?

Il Pubblicano sta sulla soglia, non osa alzar gli occhi al Cielo e prega: «Pietà di me, Signore, perchè sono un uomo peccatore».

E qui Gesù, dice la sua preferenza.

Il Pubblicano usci dal tempio giustificato.

Ha chiesto, ed ha ottenuto.

Ecco il grande ammonimento che Cristo vuol dare: l’indice della verace giustizia, è l’incontentabilità, il voler sempre di meglio, il voler sempre di più.... Il non arrestarsi mai sulla via del proprio miglioramento, della propria elevazione.

Questo produce lo spirito cristiano, e questo lavorio interiore, costante, ininterrotto rende difficile l’orgoglio... la piaga degli ebrei? — E perchè?

La giustizia ebraica si riposava sui fatti (il Fariseo del Vangelo, infatti, non mente, e noi gli crediamo) perchè la legge, non imponeva che osservanze legali, e non si occupava e preoccupava che di quelli.

Il Cristianesimo, invece, non bada al fatto, ma all’intenzione.... a quell’intenzione della quale noi stessi non ci possiamo rendere conto, che è un mistero anche per noi, un segreto di Dio....

Perciò il Cristiano è sempre supplichevole davanti a Dio, e opera la sua salute con timore e tremore....

E il Pubblicano uscì dal tempio giustificato.... Sia così anche di noi.