Il buon cuore - Anno IX, n. 18 - 30 aprile 1910/Beneficenza

Beneficenza

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Il buon cuore - Anno IX, n. 18 - 30 aprile 1910 Religione

[p. 137 modifica]Beneficenza


L’opera dei Salesiani nell’America del Sud

a favore degli Italiani.

I Salesiani Italiani nell’America, specialmente in quella del Sud, sono numerosi e bene organizzati. In ogni città, in quasi tutti i paesi del continente sud Americano vi è un istituto, una casa Salesiana, e diversi collegi, chiese, residenze in ciascuna delle principali città.

E ciò che più conta, essi esplicano un’azione benefica, illuminata, eminentemente pratica, a vantaggio di tutte le classi del popolo, talchè si sono acquistati meritata popolarità, stima e confidenza dovunque.

E sebbene la loro azione si spieghi indifferentemente a vantaggio di qualunque nazionalità, essi non dimenticano la loro patria d’origine, ed agli Italiani dedicano in modo speciale l’opera loro. Così quando l’Italica Gens ha lanciato il suo appello per raccogliere in Federazione tutti i missionari Italiani di buon volere allo scopo di assistere ed aiutare l’Emigrazione del nostro paese nelle terre transatlantiche, essi sono stati fra i primi a rispondere al patriottico richiamo e con zelo ed ardore ammirevole si sono dati ad intensificare l’opera già in parte incominciata.

L’Italica Gens ha in essi un organo potente nell’esplicazione del suo programma: numerosi sono i segretariati da essi costituiti, oltre quelli già esistenti, e degno di plauso è lo slancio con cui essi intraprendono quella loro azione: lo stanno a testimoniare le feste con cui è stata accompagnata l’inaugurazione di molti di quelli: e particolarmente ricordiamo quello di Cuzco nel Perù e quello di Montevideo che i loro direttori sac. Ferruccio Baldi e sac. Riccardo Pittini inaugurarono con una riunione solenne cui intervennero i principali personaggi della rispettiva colonia Italiana compresi l’autorità consolare d’Italia del luogo per Cuzco e il R. Ministro d’Italia nell’Uraguay per Montevideo, i quali tutti firmarono l’atto di fondazione del segretariato.

Nei prossimi numeri parleremo particolarmente dei singoli istituti; basti per ora ricordare che in tutte le parrocchie affidate ai Salesiani, si disimpegna un servizio di assistenza sociale a favore degli Italiani in molte maniere, fra cui primeggia l’istruzione che si impartisce nelle loro fiorenti scuole: nè va trascurato il bene che cercano di fare con la buona stampa, pubblicando essi diversi periodici che contano ciascuno migliaia di abbonati.

Dal loro bollettino riproduciamo la seguente proposta, degna di considerazione, riguardante l’insegnamento della lingua italiana all’estero, che mostra come essi si adoperino a mantenere l’amor di patria fra i nostri emigrati ed escogitino per ciò tutti i mezzi più pratici ed efficaci.

«Per ottenere un vero trionfo della lingua italiana e fomentarne l’uso in tutta l’Argentina, noi siamo convinti che il Governo della nostra Patria dovrebbe dare qualche privilegio, che riconosciamo praticamente facile e che risulterebbe d’immenso vantaggio per la Penisola. Questo sarebbe di permettere che qua si dessero dai figli d’Italiani gli esami in lingua italiana, su tutte le materie studiate in lingua spagnuola, davanti apposita Commissione, in modo che fossero validi per potere ottenere (ritornando in patria) di essere considerati nello stesso punto di studii come se si fossero compiuti i corsi in Italia. A ciò fare sarebbe necessaria una specie di equivalenza nei Programmi Italo-Argentini, che non sarebbe poi molto difficile (tolta la Storia e la Geografia, da aggiungersi e spiegarsi diffusamente). Così una famiglia italiana, con questa risorsa di avere i figli idonei a passare dalle mie alle altre scuole, non si scioglierebbe così facilmente dal suo antico paese, e i figli avrebbero sempre un allettamento a passare da una all’altra nazione, il che preparerebbe anche finanziariamente la comunità di tanti interessi commerciali, oltre la coltura letteraria, ecc., ecc. L’offrire solo i libri o un [p. 138 modifica] sussidio in denaro alle scuole, senza dare qualche privilegio alle famiglie ed ai figliuoli, ci pare che non possa produrre per la lingua e la sua conservazione quell’interesse che si desidera. Bisogna poi aggiungere che in questi paesi è quasi totalmente dimenticato lo studio classico, non solo del latino, ma anche dello spagnuolo: e nelle scuole gli autori classici spagnuoli, appena si conoscono di nome, quindi le bellezze letterarie, gli esercizii di composizione sono poco svolti: tutto è ridotto a lezioni e nozioni di cose: molta storia e geografia del paese minutissima e scrupolosa: moltissimo di matematiche e scienze naturali: si è voluto portare il sistema del Pestalozzi fino ai gradi superiori, riducendo le scuole preparatorie all’Università quasi ad un corso tecnico. Sarebbe appunto questo corso che potrebbe offrire la base per l’accennata equivalenza o pareggio...».

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