Il Trecentonovelle/CCXVIII
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Uno judeo fa un brieve a una donna perché uno suo figliuolo cresca, ed essendo da lei ben pagato, se ne va; poi a certi dí s’apre il brieve, e truovasi scritto in forma di gran beffe e scorno.
Ben fu maggior beffa questa che séguita, considerando come e chi la fece. Fu già in Mugello, contado di Firenze, una giovane castellana vedova e assai abbiente e avea un suo figlioletto di forse undici anni, il quale, o che fosse di razza d’esser piccolo, o che alla madre non paresse che crescesse come si convenía, delle maggior pene era ch’ella portasse. Di che un giorno di festa, standosi a sedere a un uscio su la strada e avendo seco questo suo fanciullo, per avventura passò alcuno judeo; e sceso da cavallo per acconciare una cinghia che gli s’era rotta, e in questo cominciò a domandare la donna come stava; e quella, considerando già che era judeo, e pensando, come poco savia, in lui dovere essere gran virtú a poterli dare rimedio al suo dolore, disse:
- Io sto bene, se Dio mi facesse grazia che questo mio figliuolo crescesse, che non cresce e non crepa -; e poi soggiunse: - Deh, voi sete judeo, e sapete fare assai cose; non mi dareste voi qualche remedio che elli crescesse?
Allora il judeo, come reo, s’avvisò di guadagnare gran parte delle spese che avea fatte per cammino, e rispose:
- Madonna, se la spesa non vi dolesse, voi sete bene abbattuta, però che io non credo che sia alcuno che possa meglio dare rimedio a quello che desiate, come poss’io.
Allora disse la donna:
- Sia la spesa qual io la possa fare, io non la ricuserò.
Disse il judeo:
- Madonna, e’ conviene che sia un brieve formato e composto su molte cose, che monterebbe la spesa otto o nove fiorini.
Disse la donna:
- Per insino in fiorini otto non voglio che manchi.
Il judeo rispose:
- Poiché cosí mi dite, io non mi partirò che io avrò fatto ciò che bisogna; e voi seguirete diligentemente ciò ch’io vi dirò.
La donna allora, piú volontorosa, disse che facesse ciò che fosse da fare, e li denari erano presti, purché ella vedesse che questo suo figliuolo non fosse un piccinaco. Lo judeo stette in quella notte ad uno albergo, e disse di fare ciò che bisognava, e la mattina darebbe compimento alla faccenda. La donna il pregò che cosí facesse, e la sera gli presentò vivande e vini nobilmente. Poi egli ordinò uno brieve fasciato e legato con molte cerimonie; la mattina vegnente andò a casa la donna, alla quale non parve vedere uno judeo, ma piú tosto uno angiolo del paradiso. Il quale judeo, come reo, disse:
- Madonna, non sanza gran fatica io ho fatto questo brieve, il quale appiccherò al collo a questo vostro figliuolo, e terrallo nove dí e nove notti; e in capo di nove dí lo menerete al prete e alla chiesa del vostro populo, dicendo che lo discioglia e legga innanzi al populo, e faccia quello che dice; e vedrete grande sperienza del crescere che avrà fatto.
La donna, volontorosa, disse che ogni cosa serebbe fatto, e diede fiorini otto al judeo, il quale, lasciato il brieve al collo del figliuolo, s’andò a suo viaggio; e la donna rimase con grandissima speranza de’ nove dí.
E fatto ogni cosa con diligenzia, come gli avea detto il judeo, venuto in capo di nove dí mattina la donna, per vedere la perfezione di quel brieve, menoe il figliuolo alla chiesa, e disse al prete che li dovesse piacere d’aprire quel brieve e leggerlo dinanzi al populo. Il quale, scuscendo e aprendo il brieve, lesse le parole, le quali furono queste:
«Sali su un toppo, E serai grande troppo; Se tu mi giugni, Il cul mi pugni» .
Udendo il prete e la donna e gli altri questa leggenda, ciascuno si maraviglia. La donna, come quella che non seppe occultare lo intrinseco della sua passione, aspettando della sua speranza in quella mattina avere il frutto, con grandissimo pianto disse al prete e al populo come uno judeo l’avea gabbata; e promettendoli di fare uno brieve che ’l suo figliuolo serebbe cresciuto sterminatamente, e avendone aúto buon prezzo, le parole del brieve erano fatte come ciascuno vedea. Allora chi la racconsolò di qua e chi di là; e spezialmente il prete che disse:
- Questo brieve non ha mentito niente di quello che vi fu promesso; però che, se voi mettete il fanciullo su uno toppo, come dice, ben sapete ch’elli crescerà -; e cosí ciascuno dicea la sua.
E la donna nella fine si volse al fanciullo, dicendo:
- Se tu vuogli essere nano, e tu ti sia, ché mai né judeo né cristiano non m’archerà piú -; e rimenatolo a casa piccolo come era, si diede pace come poteo.
Quanto è nuova cosa questo aventarsi nell’opere de’ judei! e molte volte interviene che si crederrà piú tosto a uno judeo che a mille cristiani: benché i cristiani sono oggi sí tristi, e con sí poca fede, che abbiansene il danno. E anco non so dove manchi piú la fede, o nell’uno o nell’altro. Credo io che, qual femina va caendo brievi per volere fare una creatura grande che Dio ha voluto far piccola, doverrebbe ringraziare Dio di ciò che fa; e se altro volesse da Lui, con l’orazioni umilmente pregarlo, se ’l meglio dovesse essere, esaudisse i suoi prieghi: e tenersi otto fiorini in borsa e non gli dare a’ judei.