Il Tesoro (Latini)/Libro V/Capitolo XVIII

Capitolo XVIII. Della calandra

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XVIII. Della calandra
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Capitolo XVIII.


Della calandra.


Calandra è un uccello piccolo1, e ’l suo polmone schiara gli occhi a2 chi gli ha turbati.

Elle sono di cotal natura, che se uno uomo infermo la va a vedere, s’ella gli pone mente diritto nel viso, egli è certo di guarire; e s’ella non gli pone mente, si è significanza che dee morire di certo del male ch’egli ha a quel punto.

E sono molti di quelli che dicono, che quando ella il guarda per lo viso, sì gli leva tutto il male, e va in aria, e l’calore del sole3 consuma quel male, sì che non rimane appo lui.

  1. Il t: blans, con errore.
  2. A chi gli ha turbati, manca al t che segue: de cui la Bible commande que nus n’en manjast. Questo inciso manca ad Alberto Magno, dal quale è tradotto il capitolo. Il ms Vis.: perchè la Bibbia no comanda che nullo debba mentire, dirò vero di quello ch’io saprò, e non più. Correggasi: no comanda, in ne comanda.
  3. Il t: amont là òu li feus est.