Il Tesoro (Latini)/Libro V/Capitolo II
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Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
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Capitolo II.
Dell’aspido.
Aspido è una generazione di velenosi serpenti, che coi suoi denti uccide l’uomo. Tutto che ne sono di più maniere, ciascuno ha per propria maniera di mal fare. Chè1 quel ch’è chiamato aspido, fa con suo fiato morire l’uomo2. L’altro ha nome prialis, che fa tanto dormire l’uomo, che more. l’altro ha nome emori, e fa tanto sangue uscire all’uomo, che ’l fa morire. E quello che ha nome presto, va tutto die con la bocca aperta, e quando egli istringe alcuno con li suoi denti, sì enfia tanto ch’egli se ne more, e puzza subitamente, si ch’è orribile cosa3.
E sappiate, che l’aspido porta in capo una pietra preziosa4, che ha nome carboncalo, e quando l’incantatore vuole quella pietra, dice sue parole, e quando l’aspido se ne avvede5, incontanente ficca l’una orecchia in terra, e l’altra si tura con la coda, sì che non ode le parole dello incantatore6.
- ↑ Le stampe, tutto che sono di più maniere, e ciascuno ha per propria maniera di mal fare, che quel ch’è chiamato difise etc. Corretto difise, che è pure nel ms. Vis., in aspido, e ridonato il senso al periodo, sopprimento e, mutando l’interpunzione col ms. Vis. e col t, Jà soit ce que il sont de plusors manieres, toutes voies chascuns a une proprietè de malfaire: car cil qui est apelez aspides etc.
- ↑ Il t: fait morir de soif l’ome cui ele mort. Il ms. Vis. concorda colle stampe.
- ↑ Il t: porrit si malement que ce est diablie. Il ms. Vis. concorda colle stampe, e così poi.
- ↑ Il t: la très luisanz, et la precieuse pierre que on claime escharboucle.
- ↑ Il t: et maintenant que la fiere bestie s’in apercoit.
- ↑ Il t: en tel maniere que ele devient sourde, et ne oit pas les conjuracions que cil dit.