Il Tesoro (Latini)/Libro IV/Capitolo VII
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Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
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Capitolo VII.
Della serena.
Serene furono tre, secondo che le storie antiche contano1. E aveano sembianze di femine dal capo infino alla coscia, e dalle coscie in giù hanno sembianza di pesce, ed aveano ale e unghie. Onde l’una cantava molto bene con la bocca, e l’altra di flauto2, e l’altra di cetera, e per loro dolce canto e suono3 facevano perire le navi4, che andavano per mare udendole. Ma secondo la verità, le serene furono tre meretrici, che ingannavano tutti i viandanti, e mettevanli in povertade.
E dicono le storie, che le aveano ale e unghie, a similitudine dello amore che vola e fiede. E conversavano in acqua perchè la lussuria fu fatta a modo dell’acqua5, che così come nel l’acqua non si trova fine, così nella lussuria non si truova fine.
E alla verità dire, in Arabia è una generazione di serpenti bianchi, che l’uomo appella serena, che corrono sì maravigliosamente, che molti dicono ch’elli volano, e loro ferite6 sono sì crudeli, che s’elli mordano alcuno, conviene che muoia anzi ch’egli senta alcuno dolore.
Della diversità dei pesci, e di loro natura, non dirà ora più il maestro7 che detto ha8, anzi dirà degli altri animali che sono in terra, e prima dirà delli serpenti che sono in molte cose9 più simiglianti a’ pesci.
- ↑ Il t: ce dient li autor.
- ↑ Il t: de flaüt, et de canon.
- ↑ E suono, manca al t.
- ↑ Il t: les nonsachans, qui par la mer aloient.
- ↑ Il t: fu faite de moistour. Le parole che seguono in questo periodo sono glossa di Bono, buon maestro di morale.
- ↑ Il t: et lor venins est si très cruex.
- ↑ Il t: li contez.
- ↑ Che detto ha, solita glossa Bono.
- ↑ Il t: maintes proprietez.