Il Tesoro (Latini)/Illustrazioni al Libro V/Capitolo XXXVI
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Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
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(Hi.’iiitichi ()aragouaroiio lo struzzo al camello, perchè vive nel deserto, è molto alto, sopporta per lungo tempo la sete, ed ha il piede bisolco. Ha pure affinità di organi digestivi con quelli de’ ruminanti. Gli Orientali lo dicono uccello-camello: i Greci, (rroi/ÔOK«/ur)»iXç: Plinio, struthio camelus, nome ripetuto da Linneo.
Gli Orientali attribuirono a disamore dello struzzo per la sua prole, l’abbandono ch’egli fa delle ova nella sabbia. La Bibbia vi allude sovente. Filia populi mei, quasi struthio in deserto, lamentava nei treni il profeta Geremia.
A.ncoi*a sul Capitolo XXXVI.
Postilla del Sorio.
«I mss. francesi hanno saìig: ma credo essere il sera fsevutn struthio camelinum ) così utile in medicina. Vedi Plinio lib. IX cap. 30, e la nota del p. Arduino 19: stìHithionis sevum ad inulta esse medicamenta utile, etiam Philo pìodidit: Lib. de (ini mal. 2*"opriet. pag. 28. La stampa francese 1863 conferma la mia congettura: r\ gras rst mvlt profit
aì)U’.»304 |
Capitolo XXXVII.
La Crusca legge scerpasolea, dove le stampe leggono
scerpafolea. Così il Sorio, il quale aggiunge:
Di queste frodi del cuculo ragiona anche Plinio lib.
X cap. 25, ed Aristotele libro VI e IX Hyst. Nat.
Quindi il latino cuculus metaforicamente.
Il cuculo, o cucco, pronuncia così nettamente le due sillabe che gli dànno il nome, che in tutte le lingue può citarsi come esempio incontrastabilissimo di onomatopeja. In greco κοκυ, in latino cuculus, in italiano cucco, in tedesco kuckuck, in francese coucou, in inglese cuckooc, ecc.
Ancora sul Capitolo XXXVII.
Postilla del Sorio:
«Il ms. Ambr. sterpassola; la Crusca: scerpasolea. Plinio lib. X cap. 11 semperque parit in alienis, maxime palumbium. Il p. Arduino nella sua postilla 8 così nomina questo uccelletto: corruca, scilicet la fauvette: Graecis έπιλαις, vel ύπολαις, aut alia quaelibet avis, cujus in nido cuculus ova ponit. V. Forcellini, cuculus.»