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Capitolo XXXVII.
La Crusca legge scerpasolea, dove le stampe leggono
scerpafolea. Così il Sorio, il quale aggiunge:
Di queste frodi del cuculo ragiona anche Plinio lib.
X cap. 25, ed Aristotele libro VI e IX Hyst. Nat.
Quindi il latino cuculus metaforicamente.
Il cuculo, o cucco, pronuncia così nettamente le due sillabe che gli dànno il nome, che in tutte le lingue può citarsi come esempio incontrastabilissimo di onomatopeja. In greco κοκυ, in latino cuculus, in italiano cucco, in tedesco kuckuck, in francese coucou, in inglese cuckooc, ecc.
Ancora sul Capitolo XXXVII.
Postilla del Sorio:
«Il ms. Ambr. sterpassola; la Crusca: scerpasolea. Plinio lib. X cap. 11 semperque parit in alienis, maxime palumbium. Il p. Arduino nella sua postilla 8 così nomina questo uccelletto: corruca, scilicet la fauvette: Graecis έπιλαις, vel ύπολαις, aut alia quaelibet avis, cujus in nido cuculus ova ponit. V. Forcellini, cuculus.»