Il Tesoro (Latini)/Illustrazioni al Libro V/Capitolo LXVI

Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo LXVI
Illustrazioni al Libro V - Capitolo LXV Appendice al Libro V
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Io non so indovinare d’onde abbia cavatasi la

sua sentenza il traduttore toscano.

Capitolo LXV.

Il Sorio trascrive questi due l)raui di Solino, che giovano alla correzione del Volgarizzamento: Equino coryore, elephanti pedibus, emula Scilla, capite cervino... Ita acutum, ut quidquid impetat, facile ictu ejus perforetur.

Questa notizia della Vergine (segue il Sorio) che piglia l’unicorno, come conta l’autore, fu tratta da Isidoro XII. 9 Etymolog. che la riferisce come opinione del volgo, attinta da alcuni, qui naturas animalium scripserunt. Anche Alberto Magno la riferisce come oi)inione di alcuni scrittori.

Capitolo LXVI.

Postilla il Sorio: Quasi tutto questo capitolo fu tratto dal cap. XXXIX Solini.

«Quattro mesi» Solinus: Enixae quaternis latent mensihus: ìiiox egressae in idem Hberum, tantum patiuntur insolentiam lucis, ut pûtes obsitas

coecitate. [p. 327 modifica]

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Ms. Bergamasco: «ed in questa maniera istà

la madre cogli figi ascosa XIIII giorni (sic) perche li soi occhi son sì tenebrosi, che la non ve’ se non poco quando ella esce dalla soa tana.»

«Erba che ha nome flonius» leggi flomus: Solino pfdomos.

— u-3$ì aj i [p. 328 modifica]
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vuota [p. 329 modifica]

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APPENDICE

AL

LIBRO QUINTO