Il Tesoro (Latini)/Illustrazioni al Libro IV/Capitolo II

Capitolo II

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo II
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Capitolo II.


Coccodrillo, cocodrillo, e crocodilo, è la traduzione italiana del latino crocodilus: κοροκοδειλος è il nome, che i Greci davano alla lucertola comune, e che in Egitto applicarono a questa bestia. Merrem cambiò il nome di cocodrillo in quello di champse, il quale, secondo Erodoto, era l’antico suo nome egiziano (χαμψα), conservato ancora in Egitto: ma questa innovazione trovò molte obbiezioni, e non attecchì.

In Egitto una specie di cocodrilli era domesticata: era ornata di emblemi religiosi, e di ricchi ciondoli, godeva di lauto cibo, e ne traeva partito la superstizione jeratica.

Secondo Plinio, i Romani videro la prima volta i cocodrilli sotto l’edile Scauro, che ne mostrò cinque. Augusto ne fece venire trentasei in un solo spettacolo nell’anfiteatro, e tutti furono uccisi dai gladiatori.

Cuvier insegna, che gli antichi credevano il cocodrillo mancante di lingua, perchè la loro lingua carnosa schiacciata, è attaccata fin presso ai margini.

Credettero pure gli antichi, che la mascella superiore sia mobile, perchè la mascella inferiore prolungasi fin dentro al cranio.

La favola, che il coccodrillo versi lagrime sopra la sua vittima, è passata in proverbio, avendola [p. 122 modifica]fatta propria i moralisti a denotare un pentimento troppo tardo, e sterile di buoni effetti, senza riparazione efficace al male commesso.