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Cosí un dí di festa
tornai ala foresta,
     2895e tanto cavalcai,
che io mi ritrovai
una diman per tempo
in sul monte d’Olempo
di sopra in sula cima.
     2900E qui lascio la rima
per dir piú chiaramente
ciò ch’io vidi presente.
Ch’io vidi tutto ’l mondo,
sí com’egli è ritondo,
     2905e tutta terra e mare,
e ’l fuoco sopra l’are;
ciò son quatro alimenti,
che son sostenimenti
di tutte creature
     2910secondo lor nature.
Or mi volsi da canto,
e vidi un bianco manto
cosí dala sinestra
dop’una gran ginestra.
     2915E io guatai piú fiso,
e vidi un bianco viso
con una barba grande,
che sul petto si spande.
Ond’io m’asicurai,

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     2920e ’nanzi lui andai,
e feci mio saluto,
e fui ben ricevuto.
Ond’io presi baldanza,
e con dolze contanza
     2925lo domandai del nome,
e chi elli era, e come
si stava sí soletto
sanza neun ricetto.
E tanto ’l domandai,
     2930che nel suo dir trovai
che lá dove fu nato
fu Tolomeo chiamato,
mastro di storlomia,
e di filosofia;
     2935ed è a Dio piaciuto
che sia tanto vivuto,
qual che sia la cagione.
E io ’l misi a ragione
di que’ quatro alimenti,
     2940e di lor fondamenti,
e como son formati,
e insieme legati.
E e’ con belle risa
rispuose in questa guisa: