Il Re Torrismondo/Atto terzo/Scena terza
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SCENA TERZA
TORRISMONDO, GERMONDO
TORRISMONDO
Le nemicizie de’ mortali in terra
Esser dovrian mortali, ed aver fine;
Ma l’amicizie, eterne. Or siano estinte
Co’ valorosi, che morendo in guerra
Tinsero già la terra, e tinser l’onda
Tre volte e quattro di sanguigno smalto,
L’ire e gli sdegni tutti. E qui cominci,
O pur si stabilisca, e si rintegri
La pace, e l’union di questi regni.
GERMONDO
Già voi foste di me la miglior parte,
Or nulla parte è mia, ma tutto è vostro,
O tutto fia: se pur non prende a scherno
Vera amicizia, quanto amore agogna,
Ch’è d’altrui vincitor, da lei sol vinto.
Voi mi date ad Alvida; e ’nsieme Alvida
A me date voi solo. È vostro dono
Il mio sì lieto amore, e la mia vita;
Ch’io per voi sono or vivo, e sono amante,
E sarò sposo. E s’ella ancor diviene
Per voi mia donna, e sposa a’ vostri preghi,
Raccolto amore, ov’accogliea disdegno,
Qual fia dono maggior? corone e scettri
Assai men pregio, o pur trionfi e palme.
TORRISMONDO
Anzi io pur vostro sono. E me donando,
E lei, che mia si crede, in parte adempio
Il mio dover: ma non fornisco il dono,
Che me d’obbligo tragga, e voi d’impaccio.
Sì darvi potessi io di nobil donna
Il disdegnoso cor (ch’a me riserba)
Come farò ch’il mio veggiate aperto!
Perchè vane non sian tante promesse,
Per me la bella Alvida ami Germondo,
Ami Germondo me. S’aspetta indarno
Da me vendetta pur d’oltraggio e d’onta.
Vendicatela voi, ch’ardire e forza
Ben avete per farlo.
GERMONDO
I vostri oltraggi
Son pronto a vendicar. Dal freddo carro
Muover prima vedrem Vulturno, ed Austro,
E spirar Borea dall’ardenti arene,
E ’l Sol farà l’occaso in Oriente,
E sorgerà dalla famosa Calpe,
E dall’altra sublime alta colonna,
Ed illustrar d’Atlante il primo raggio
Vedrassi il crine , e la superba fronte;
E l’Ocean nel salso ed ampio grembo
Darà l’albergo oltre il costume all’Orse,
E torneranno i fiumi a’ larghi fonti,
E i gran mostri del mare in cima a’ faggi
Si vedran gir volando, o sopra agli olmi,
E co’ pesci albergar nell’acqua i cervi,
Pria che tanta amicizia io tuffi in Lete.
Per nuovo amore: a’ merti, al nome, all’ opra,
Debita è quasi la memoria eterna.
Ed io questa rimembro, e l’altre insieme,
Perocchè grazia ogner grazia produce.