Il Parlamento del Regno d'Italia/Ruggero Gabaleone di Salmour

Ruggero Gabaleone di Salmour

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Filippo Quaranta Enrico Morozzo Della Rocca

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senatore.


Egli pure, appartenente ad illustre famiglia piemontese, è entrato di buon’ora negli impieghi diplomatici, e si è versato specialmente ed utilmente, nello studio di materie economiche e finanziarie, ben comprendendo come la prosperità di uno Stato dipenda in principalissima parte dall’assetto che può darsi al suo ordinamento di finanze, e allo sviluppo progressivo delle industrie.

[p. 1056 modifica]Gli studi e l’operosità dell’onorevole conte lo fecero meritamente notare dagli uomini di Stato i più ragguardevoli del Regno subalpino, sicchè egli ebbe a coprire in breve i più alti posti della amministrazione.

Le opere di economia da esso date alla luce sono tali che valgono a confermare la reputazione di profondo scienziato dal conte di Salmour guadagnatosi.

Nominato, per i servigi importanti da esso resi al paese, a senatore del regno, si è particolarmente distinto in questa illustre assemblea per l’infaticabile costanza colla quale ha assistito ed assiste, malgrado una non ben ferma salute, a tutti i lavori di essa, prendendo sovente la parola nelle pubbliche discussioni, e intervenendo alle sedute degli uffici con una puntualità non mai abbastanza lodevole.

Cosi avviene che il conte Gabaleone di Salmour sia chiamato a far parte di un gran numero di commissioni, e di quelle in ispecial guisa, le quali sono incaricate dell’esame dei più importanti progetti di legge.

La parola del conte di Salmour è una delle più eloquenti e persuasive che si ascoltino in Senato. In politica ed in economia egli è partigiano sincero delle più ampie libertà.

È pure da ammirarsi il contegno serbato dall’onorevole conte durante la discussione delle leggi finanziarie presentate in Parlamento dal ministero Minghetti, nelle quali egli, con un italianismo dei più leali generosi, si è distaccato da coloro dei suoi amici e concittadini, i quali hanno votato contro quelle leggi, l’adottamento delle quali era ineluttabile necessità di nanzi a cui faceva mestieri chinare la testa; e notiamo pure con un sentimento di sincera riconoscenza, che il conte di Salmour proseguendo nella via in cui generosamente si è messo, e stato uno di quei Piemontesi i quali hanno votato il trasferimento della capitale a Firenze.