Il Parlamento del Regno d'Italia/Rodolfo Audinot
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deputato.
Da Pietro, oriundo francese, e da Veronica Devaux napoletana, è nato Rodolfo Audinot in Bologna nel gennajo del 1814.
I di lui primi studi ebbero luogo a Bologna, parte, e parte a Parigi, ove, giovinetto ancora, fece soggiorno. Più tardi, avviato dal padre nella carriera del commercio, si occupò di economia pubblica, e ben presto, mediante la sua applicazione e il non ordinario ingegno, pervenne ad essere annoverato tra i più distinti giovani di una città che a buon diritto gode fama di coltissima.
Ascritto alla Società economico-morale di Bologna, l’Audinot fu uno de’ principali redattori del Felsineo, giornale ch’ebbe notevole influenza sugli spiriti nelle Romagne, e che preparò in certo qual modo in quella ragguardevol parte d’Italia i moti e le aspirazioni del 1848. Egli, inoltre, insieme al Montanari, al Minghetti, suoi collaboratori, e ad altri valorosi che riuscirebbe lungo il mentovare, fu uno de’ più indefessi e caldi promotori dell’italica redenzione.
Nel febbrajo del 1848 una riunione di ragguardevoli bolognesi, cui stava a cuore di cooperare efficacemente alla guerra dell’indipendenza, volle suo interprete l’Audinot e inviollo a Roma, onde provocasse un mutamento di ministero, e conseguisse che si procacciassero armi e soldati.
Eletto deputato alla prima Camera costituzionale, indi rappresentante alla Costituente Romana, nella quale era capo e moderatore della destra, poscia emigrato in Piemonte, ove ha vissuto nell’esilio per ben undici anni, si può dire che la vita dell’Audinot abbia partecipato a tutte le glorie e a tutte le sventure d’Italia.
Durante tutto il tempo della sua emigrazione, come lo si può ben pensare, egli non si è ristato dal cooperare attivamente col senno e colla moderazione che lo distinguono a preparare, ad attirare quegli eventi che alla fine nell’anno decorso poterono verificarsi. Non appena scoppiata la guerra dell’indipendenza, Rodolfo Audinot accorse in Bologna, e contribuì massimamente colà ad organizzare quel governo, ad armare quella generosa gioventù; incaricato di parecchie missioni in Piemonte, servì in certa qual guisa in più d’un’occasione di mediatore tra il governo Sardo e quelle popolazioni.
Adunata l’assemblea delle Romagne, ei ne fu eletto membro, e quindi vice-presidente; finalmente nelle elezioni generali del corrente anno ei fu mandato dal V collegio di Bologna a sedere nel primo Parlamento del Regno italico, ove ha già avuto occasione di pronunciare nobili parole che si ebbero il plauso di tutta la Camera.
Il governo del Re gli ha conferita la croce dell’ordine Mauriziano.