Il Parlamento del Regno d'Italia/Michele Bertolami

Michele Bertolami

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Gino Capponi Giovanni de Foresta
Questo testo fa parte della serie Il Parlamento del Regno d'Italia


Bertolami Michele.


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Ognun sa, che il siciliano, è tra gl’italiani, il più caldo di cuore, e il più esaltato di mente. L’illusione poetica che non fa che balenare agli occhi dei più [p. 828 modifica]nella stagione primaverile della vita, dura spesso fino alla più tarda etade, per gli uomini i quali traggono i natali, alle falde delle ardenti gole dell’Etna.

Il Bertolami, è un esempio tra i molti, che noi potremo citare ad appoggio della nostra asserzione.

Poeta è nato, poeta ha vissuto, e vive tuttora. I suoi versi sono pieni di una foga che si sente come parta dall’anima. Vi è esali amento; ma non fittizio: perchè lo si sente sincero, quantunque esagerato. Noi vorremmo, che coloro i quali strisciano, piuttostochè non camminano sulla terra, potessero risolversi a percorrere la raccolta degli scritti poetici del Bertolami. Evidentemente, se vi ha in essi scintilla alcuna, di quel fuoco, onde Pigmaglione animò la sua statua, non può essere ch’essi non risentano una di quello emozioni, le quali valgono a far conoscere all’uomo, come in lui sia qualche cosa d’immateriale, e d’etereo.

Inutile dire, che un cuore come quello del Bertolami, capace di accogliere tutti i nobili affetti, non poteva non dar ricetto, al più generoso di tutti, a quello di patria. Quindi è, chè il povero poeta, colpito dalla oppressione tirannica dei Borboni, si sia veduto costretto di allontanarsi da quel suolo baciato dai raggi ardenti del sole orientale, da lui le tante volte descritto, con versi armoniosi, e abbia dovuto ramingare in terre straniere.

Noi non dipingeremo i dolori sofferti dal Bertolami nel durissimo esiglio: quei lettori i quali, non sapessero o potessero formarsene un’idea adeguata, scorrano le poesie del Bertolami, e non dovranno dopo negare di esserne al fatto.

Sorto il giorno della redenzione, il Bertolami fu uno dei primi ad accorrere in Sicilia, mentre non anco era cessato il suono dei bellici strumenti. La sicula terra salutò lieta il ritorno di uno dei più diletti suoi figli, e onde compensarlo delle tante amarezze da esso sofferte a cagione di lei, lo scelse per uno dei suoi rappresentanti nel Parlamento nazionale.

In questa aula maestosa, d’onde escono le leggi che reggono la patria, il Bertolami ha fatto più d’una volta udire la robusta sua voce. Poeta nella Camera, [p. 829 modifica]com’è stato poeta in ogni altra situazione della sua vita, il Bertolami ha la parola piena d’impeto, di fuoco, quanto sincera e pronta. Forse non è, quanto dovrebb’essere, cauta e riguardosa, qual si conviene ad uomo, cui incomba trattare materie che esigono il più spesso freddezza di mente, e giustezza di calcolo; ma al Bertolami si perdonano gli slanci, ed alcuni di essi hanno, si può assicurarlo, elettrizzata la Camera. Pure noi finiremo raccomandando al chiaro rappresentante della Sicilia, maggior sangue freddo, e alquanto più di misura, nel trattare e nello svolgere, quelle gravi quistioni politiche che concernono l’esistenza e l’avvenire delle nazioni.