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Da quel momento, il Capponi ha vissuto quella vita di uomo privato, che pur non è affatto lontana dal trattamento delle faccende pubbliche, in quantochè a lui convenivano di continuo tutti quei cittadini, i 3uali prevedendo imminente un mutamento delle sorti ella patria, si rivolgevano a chi ha maturità di senno e caldezza di patriottismo, onde preparare gli avvenimenti stessi, e renderli il più favorevole che fosse possibile, all’ordinamento migliore del paese. Dunque il Capponi, era in questo modo, consiglio èd incoraggiamento a quei giovani operosi, che la tristezza delle passate vicende non iscoraggiva, e che credevano fosse giunto il momento tanto desiderato, di riaversi, e rifarsi.

Così il nostro protagonista, diresse in parte con invisibile mano, il moto del 1859, sebbene la di lui modestia, la gravità degli anni, e il funesto incomodo di cecità onde è afflitto, lo inducessero a rifiutare di prendere ostensibilmente la direzione della cosa pubblica, la quale eraglisi voluta affidare.

Il Re Vittorio Emanuele, ha conferito al degno discendente di Pier Capponi, il gran collare dell’ordine supremo della SS. Annunziata, onore insigne, che non suol compartirsi che ai regnanti, e agli uomini i più illustri, per natali e per meriti.

Così avverrà al Capponi, ciò che sarebbe utile, nell’interesse della giustizia, e del miglioramento dei costumi avvenisse più di frequente di quel che soglia qui in terra ch’ei morrà in mezzo all’ammirazione, e alle testimonianze di rispetto ed affezione, di tutti i suoi concittadini.





Ognun sa, che il siciliano, è tra gl’italiani, il più caldo di cuore, e il più esaltato di mente. L’illusione poetica che non fa che balenare agli occhi dei più