Il Parlamento del Regno d'Italia/Leopoldo Cempini
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deputato.
Fiorentino, figliuolo a un ministro del granduca di Toscana, Leopoldo II, il Cempini fin dalla prima gioventù si chiarì animato da sentimenti italianissimi. Fece studî brillanti ed esordì in modo assai distinto nella carriera delle lettere, dando alla luce poesie, racconti e articoli di critica estetica che non tardarono a renderlo noto in Italia.
Nel 1848 egli era troppo giovine ancora per prendere una parte molto attiva negli avvenimenti succeduti in Toscana, altrimenti, che col mezzo della stampa periodica; nondimeno fin da quel momento si mostrò sostenitore di quei principî di saggia libertà e d’indipendenza nazionale, il trionfo dei quali ci ha condotti alla formazione della monarchia costituzionale italiana sotto lo scettro di Vittorio Emanuele II.
Restaurato il governo granducale, il Cempini fu degli ultimi a posare la penna colla quale chiedeva incessante, insieme ai Peruzzi, ai Ricasoli, ai Bianchi, ai Galeotti e ad altri generosi cittadini, la ripristinazione del sospeso regime costituzionale. Dopo si dette all’esercizio della sua professione di avvocato, in cui non tardò ad aver fama di egregio, collaborando in ultimo a quella pubblicazione dell’Archivio Storico iniziata dai Ricasoli e dai Peruzzi e alla cui testa erano pure i Galeotti e i Bianchi.
Non ricorderemo quanto questo periodico contribuisse ad affrettare gli eventi che misero capo alla pacifica rivoluzione del 29 aprile 1859.
Costituitosi il governo provvisorio, il Cempini ebbe vari incarichi da esso; fece parte della consulta; fu quindi eletto a deputato e votò l’annessione al Piemonte.
Inviato poi a sedere nel Parlamento nazionale da un collegio della nativa Toscana, egli, sempre consentaneo a sè stesso, vi si è ognora palesato difensore di quelle moderate dottrine politiche e di governo che s’incarnavano nelle amministrazioni successive presiedute da Cavour, dai Ricasoli e dai Minghetti.
Il Cempini ha preso rare volte la parola, ma in quelle occasioni si è mostrato oratore diserto e infaticabile. Nelle materie legali, in cui è versatissimo, la sua opinione ha un peso che niuno può contrastargli.