Il Parlamento del Regno d'Italia/Giuseppe Airenti
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AIRENTI GIUSEPPE, avvocato
deputato.
È nato nel 1824 da civile e benemerita famiglia in Porto-Maurizio.
Destinato dai genitori allo stato ecclesiastico, mentre il maggiore Antonio eralo al foro, fu inviato all’Università di Torino, ove non tardò a farsi notare tra i suoi colleghi, e alli stessi insegnanti, non tanto per l’applicazione allo studio e la svegliatezza dell’ingegno, quanto per la gentilezza dei modi e la dignità del carattere.
Nel 1848, già dottore in teologia, veniva eletto dai suoi compagni a vice-presidente della Giunta esecutiva dell’università. Questa distinzione venivagli conferita, non solo quale attestato assai lusinghiero di fiducia per parte degli studenti, ma anche qual meritata ricompensa per essersi egli tra i primi adoperato con energia a conseguire che la gran porta dell’università, rimasta chiusa in segno di punizione dopo gli avvenimenti del 1821, fosse riaperta.
Incaricato nel 1849 di pronunciare un discorso funebre in commemorazione de’ prodi suoi colleghi, morti durante la guerra dell’indipendenza, il fece con tanto calore, ed esternando sì patriottici e liberi sensi, che i suoi superiori ecclesiastici se ne allarmarono, e chiamatolo presso di loro nel ripresero rigidamente.
— Quando la carriera da me abbracciata mi deve impedire la manifestazione de’ sentimenti ch’io mi ho i più cari, rinuncio ad essa fin da questo istante! — esclamò il nobile giovine, e spogliato effettivamente di subito l’abito ecclesiastico, tolse nel corso del medesimo anno tutti gli esami che gli restava a subire per laurearsi in legge, ed avvocandosi entrò nella magistratura.
L’improvvisa, quanto immatura morte del fratello, avvocato Antonio, che sedeva qual deputato di Porto-Maurizio nel Parlamento, fu cagione che per la seconda volta, e pur sempre per ispirito patrio, abbandonasse la strada ch’erasi prefisso seguire.
Non potendo, nè volendo resistere alle vive istanze direttegli dai suoi concittadini ond’egli si assumesse l’elevato incarico di rappresentarli in seno al Parlamento nazionale, accettò la delicata missione, e le consacrò tutto sè stesso.
Eletto per la prima volta deputato nel 1855, fu riconfermato nelle elezioni generali del 1857, e rieletto in queste ultime del corrente anno.
L’Airenti, sens’essere un oratore, è uno degli utili membri della Camera, come quello che presta opera assidua ed efficace negli ufficî, come quello che espone con semplici ed assennate parole il suo avviso quando ritiene ch’e’ possa riuscir profittevole nella discussione.
Fidente nell’abilità e nel patriotismo dell’attuale presidente del Consiglio dei ministri, egli, sebbene indipendente per carattere e per posizione, crede giovare al paese, sanzionandone col suo voto gli atti amministrativi e politici.