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Lo scoppiar della guerra impedì l’operazione mentre già si stava per porvi mano, e fu deciso avesse a serbarsi a tempi più calmi; noi cogliamo la presente occasione per manifestar la speranza che il governo ricordi l’impegno da lui contratto verso l’Agudio, sembrandoci di tal natura da non dover certo venir trascurato.

Incapace l’Agudio di rimanersi un sol istante nell’ozio, e volendo pure che la sua abilità e i suoi servigi tornassero utili il più che per lui si poteva alla patria, nelle difficili contingenze in cui questa versava, si offrì a prestar opra gratuita come ingegnere meccanico nel regio arsenale, ed accettato dal governo in questa qualità, fu poscia nominato ingegnere applicato alla fonderia reale.

A questo incarico ha ultimamente rinunciato, quando il suo paese natale, Lecco, quasi ad unanimità di voti eleggevalo a deputato al Parlamento nazionale, dandogli così quella prova di fiducia e di stima che maggiore possano ad uomo porgere i propri concittadini.

L’ingegnere Tommaso Agudio appoggia alla Camera il ministero cui presiede il conte Camillo di Cavour.




AIRENTI GIUSEPPE, avvocato

deputato.


È nato nel 1824 da civile e benemerita famiglia in Porto-Maurizio.

Destinato dai genitori allo stato ecclesiastico, mentre il maggiore Antonio eralo al foro, fu inviato all’Università di Torino, ove non tardò a farsi notare tra i suoi colleghi, e alli stessi insegnanti, non tanto per l’applicazione allo studio e la svegliatezza dell’ingegno, quanto per la gentilezza dei modi e la dignità del carattere.

Nel 1848, già dottore in teologia, veniva eletto dai suoi compagni a vice-presidente della Giunta esecutiva dell’università. Questa distinzione venivagli conferita,