Il Parlamento del Regno d'Italia/Emanuele Fenzi
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senatore.
È un banchiere egli pure e che ha saputo ammassare una considerevole fortuna, senza aversi a rimproverare di quelle azioni o di quelle operazioni louches che troppo di frequente gettano qualche ombra sopra lo splendore degli uomini di finanza.
A Firenze sua patria il Fenzi è generalmente stimato; e questa stima ei l’ha meritata col diffondere i suoi beneficî nelle classi povere, col protegger le arti, incoraggiandole, dando buone commissioni agli artisti d’ogni specie, dimodochè, tanto nel suo palazzo di città, che nella sua magnifica villa, egli possiede ricchissimi capolavori, e oggetti d’arte d’ogni sorte.
Il Fenzi non ha mai preso parte alla vita pubblica altrimenti chè col consentire al gran fatto della rivoluzione del 1859, entrando anch’egli a parte dei rischi nel sottoscrivere per un’egregia somma all’imprestito nazionale. Egli è quindi giusto, che un personaggio così ragguardevole, e per più titoli benemerito della patria, abbia un seggio nell’illustre consesso senatoriale.