Il Parlamento del Regno d'Italia/Casimiro Pisani

Casimiro Pisani

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Giuseppe Capone di Altavilla Giovanni Barracco
Questo testo fa parte della serie Il Parlamento del Regno d'Italia


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È nato in Palermo da Pietro Pisani, chiaro fondatore del celebre manicomio di quella città, e da Maria Antonietta Texeira, il 25 dicembre del 1803.

Sotto la direzione del padre, persona di molto talento e di egregia dottrina, studiò in famiglia, ed ebbe ispirati fin dalla più tenera infanzia i più nobili e patriotici sentimenti.

Quando scoppiò la rivoluzione del 1848, il Pisani, [p. 312 modifica]che era impiegato al ministero di Sicilia, prese parie con tutta l’energia a quel movimento nazionale, e conosciuto già per uomo di eletto ingegno, di caldo cuore, e di molta istruzione, fu eletto deputato dalla stessa natale Palermo al Parlamento generale dell’isola. Nelle sedute di questo ebbe luogo più d’una volta a distinguersi, essendo stato uno dei trentadue che promossero l’atto di decadenza della dinastia borbonica.

Inviato in missione diplomatica insieme a due altri distinti colleghi, Emerico Amari, e Giuseppe La-Farina, presso le corti del pontefice Pio IX e del granduca di Toscana, risiedè poscia, per più di otto mesi, in qualità d’incaricato d’affari in Torino.

Cadute, come ognun sa, le sorti della rivoluzione siciliana, il barone Pisani, rimpatriato, non credette di sua dignità tornare al posto che dapprima occupava nel ministero di Sicilia, e avendo quasichè interamente perduta la sua privata fortuna, onde sostentare la vita di sè e della propria famiglia si diè a dettar lezioni di letteratura italiana, lezioni che per il merito del professore e per patriotismo dei Palermitani erano frequentatissime.

Preparatasi, dopo dodici anni di sofferenze inaudite, la rivoluzione del 4 aprile, il Pisani, che ad attivare quel movimento si era già da lungo tempo con sommo suo rischio a tutt’uomo prestato, nel momento stesso in che l’insurrezione stava per iscoppiare, dovette insieme al figlio ricoverarsi a bordo d’un legno sardo, onde non essere arrestato per opera del celebre direttore di polizia Maniscalco; il 28 maggio il nostro protagonista tornava a sbarcare fra le cannonate e le bombe che lanciava il castello sulla città.

Garibaldi chiamò il Pisani a far parte del primo governo di Sicilia, confidandogli il posto di segretario di Stato per gli affari esteri, posto da cui dovette ritirarsi di là ad un mese, avvegnachè egli credesse opportuno, contro l’avviso del dittatore, che avesse immediatamente ad operarsi l’annessione della Sicilia alle provincie libere d’Italia. Da quel momento si rimase nella vita privata, rifiutando le offerte di alte cariche che venivangli fatte dal dittatore, e dal prodittatore [p. 313 modifica]Depretis. Il luogotenente del re, marchese Montezemolo, lo indusse poscia ad accettare il posto di consigliere di luogotenenza per l’istruzione pubblica, posto dal quale si dimise il 2 gennajo successivo, insieme a tutti i suoi colleghi, onde evitare che una sommossa ordita contro il governo fosse scandalosamente e impoliticamente repressa colle armi.

Il collegio di Prizzi in Sicilia ha eletto sì nobile e chiaro italiano a suo rappresentante in seno al Parlamento nazionale. Il Pisani, che il governo del Re ha insignito della decorazione d’ufficiale dell’ordine Mauriziario, ha fatto varie pubblicazioni che non mancano d’importanza, tra le quali è da notarsi quella raccolta in sette volumi intitolata Biblioteca per le giovani madri, nella quale egli ha riunito tutto quanto fu scritto in Italia ed all’estero di migliore in materia d’educazione.