Il Conte Rosso/Atto secondo/Scena decima

Atto secondo

Scena decima

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Atto secondo - Scena nona Atto terzo

Ilario, Besso, Lapo ed altri Villani armati sbucano da ogni parte recando torce di resina, accese, e detti.


San Martino

ravvisando Amedeo.

Il conte di Savoia!

I Baroni esterrefatti levano un mormorio di meraviglia.

Amedeo
Sì, messeri.
Il conte di Savoia. Io pronto accorro
A pattuire il riscatto.

I Baroni mettono mano all'elsa.

Amedeo

con gran calma.

Oh! le spade
Nella guaina. Il ribellarsi aperto
È prodezza maggior di voi. Calate
La visiera, chiudetevi nell'elmo,
Celate il viso, l'onta e la paura,
Assalitemi a tergo, e sarà giusto
Che vi tema. Così, no. San Martino,
Esci da quelle file; tu non sei
Un traditore.

A Bona.

Ve lo dissi, o madre?
Son mal fidi i baroni, e a voi parea
Malo sospetto il mio; se persuasa
Non vi avessi all'accorto esperimento,
Durereste all'errore.

Ai Baroni.

E voi, gli astuti
Orditori d'insidie, in così grossa
Rete cadeste! Né vi disse il core
Che venivate a una prova, che Bona
Contessa di Savoia non s'arroga
Il supremo poter, che non patteggia
Alleanze, che al figlio, al Conte, al sire
Non minaccia, né oltraggia! O madre, madre,
Ti hanno offesa di tanto! hanno creduto
Che tu potessi rinnegare il sangue
Delle tue vene, il tuo grado, la gloria
D'esser madre, e la fé che ti sommette
Primissima vassalla al tuo Signore!
L'hanno creduto! E non sentîr che tanta
Colpa è fuori dell'uom, che non si spezza
Il vincolo del sangue, e che in me, uscito
Dalle viscere tue, tu non potevi
Incrudelir senz'esser parricida.

Ai Baroni.

Ringraziatene il ciel ch'ella fingea.
Per suo vero parlar, tutti vi avrebbe
Dannati a morte, ch'io non patirei
Di saper vivo sulla terra un solo
Della materna colpa testimone.
Ma se il figlio vi franca della vita,
Il giusto sire dell'aver dispone.
Qui l'efferato istinto ha pervertito
Il natural dominio, e di signori
Vi mutaste in predoni. Ora a me incombe,
Quanto di voi, di costoro il pensiero.
Di mia piena possanza io vi dichiaro
Decaduti, voi tutti e i vostri figli,
Di feudale diritto e signoria.
Le valli di Savenca e di Chiusella
Nel mio dominio raccolgo, le franco
D'ogni servile osservanza, rimetto
Ai villani ogni pena e di governo
Popolar li consento, a me serbando
Solo il dritto d'appello e di moneta.
Che se vi giovi ritentar la sorte
Dell'armi, il varco è aperto.

I Baroni tumultuando accennano partire.

Amedeo
Ilario, al campo
Abbian sicuri il passo. Addio, messeri.

I Baroni partono.


FINE DEL SECONDO ATTO.