Il Conte Rosso/Atto secondo/Scena decima
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Giuseppe Giacosa - Il Conte Rosso (1880)
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Ilario, Besso, Lapo ed altri Villani armati sbucano da ogni parte recando torce di resina, accese, e detti.
- San Martino
ravvisando Amedeo.
- Il conte di Savoia!
I Baroni esterrefatti levano un mormorio di meraviglia.
- Amedeo
- Sì, messeri.
- Il conte di Savoia. Io pronto accorro
- A pattuire il riscatto.
I Baroni mettono mano all'elsa.
- Amedeo
con gran calma.
- Oh! le spade
- Nella guaina. Il ribellarsi aperto
- È prodezza maggior di voi. Calate
- La visiera, chiudetevi nell'elmo,
- Celate il viso, l'onta e la paura,
- Assalitemi a tergo, e sarà giusto
- Che vi tema. Così, no. San Martino,
- Esci da quelle file; tu non sei
- Un traditore.
A Bona.
- Ve lo dissi, o madre?
- Son mal fidi i baroni, e a voi parea
- Malo sospetto il mio; se persuasa
- Non vi avessi all'accorto esperimento,
- Durereste all'errore.
Ai Baroni.
- E voi, gli astuti
- Orditori d'insidie, in così grossa
- Rete cadeste! Né vi disse il core
- Che venivate a una prova, che Bona
- Contessa di Savoia non s'arroga
- Il supremo poter, che non patteggia
- Alleanze, che al figlio, al Conte, al sire
- Non minaccia, né oltraggia! O madre, madre,
- Ti hanno offesa di tanto! hanno creduto
- Che tu potessi rinnegare il sangue
- Delle tue vene, il tuo grado, la gloria
- D'esser madre, e la fé che ti sommette
- Primissima vassalla al tuo Signore!
- L'hanno creduto! E non sentîr che tanta
- Colpa è fuori dell'uom, che non si spezza
- Il vincolo del sangue, e che in me, uscito
- Dalle viscere tue, tu non potevi
- Incrudelir senz'esser parricida.
Ai Baroni.
- Ringraziatene il ciel ch'ella fingea.
- Per suo vero parlar, tutti vi avrebbe
- Dannati a morte, ch'io non patirei
- Di saper vivo sulla terra un solo
- Della materna colpa testimone.
- Ma se il figlio vi franca della vita,
- Il giusto sire dell'aver dispone.
- Qui l'efferato istinto ha pervertito
- Il natural dominio, e di signori
- Vi mutaste in predoni. Ora a me incombe,
- Quanto di voi, di costoro il pensiero.
- Di mia piena possanza io vi dichiaro
- Decaduti, voi tutti e i vostri figli,
- Di feudale diritto e signoria.
- Le valli di Savenca e di Chiusella
- Nel mio dominio raccolgo, le franco
- D'ogni servile osservanza, rimetto
- Ai villani ogni pena e di governo
- Popolar li consento, a me serbando
- Solo il dritto d'appello e di moneta.
- Che se vi giovi ritentar la sorte
- Dell'armi, il varco è aperto.
I Baroni tumultuando accennano partire.
- Amedeo
- Ilario, al campo
- Abbian sicuri il passo. Addio, messeri.
I Baroni partono.
FINE DEL SECONDO ATTO.