Capitolo XIII

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Gaio Sallustio Crispo - Il Catilinario (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Bartolomeo da San Concordio (XIV secolo)
Capitolo XIII
XII XIV
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CAPITOLO XIII.


D'una congiurazione che fu fatta prima.


Innanzi che si facesse questa congiurazione, n’era suta fatta un’altra in Roma da pochi uomini, fra’ quali fu Catilina: della qual congiurazione io dirò quanto potrò più brieve. Essendo consoli L. Tullio e M. Lepido, furono chiamati consoli1 P. Autronio e P. Silla, li quali non ebbono la signoria; anzi furono condannati per una legge, che si chiamava legge d’ambito (a)2. Da indi a poco3 Catilina, domandando il consolato, fu posto4 colpevole per una legge che si chiamava Repetundarum (b)5; della qual cosa infra certo termine non potendosi scusare legittimamente, fu vietato, secondo la detta legge, che non potesse il consolato addomandare. In quel tempo era uno nobile giovane in Roma, il quale avea nome Gn. Pisone, di grandissimo ardire, operoso, e ordinatore di tradimenti6; il quale s’incitava e si movea a sturbare la repubblica per la sua povertà e per li suoi mali costumi. Con questo Pisone Catilina e Autronio accomunati7 e manifestato loro intendimento, trattarono insieme all’entrata di dicembre8 e, e ordinarono che anzi calen di gennajo9 dovessono uccidere li consoli, ch’erano allora L. Cotta e L. Torquato; e che eglino, presa la signoria e gli onori, dovessono mandare Pisone con grande oste a conquistare le due Spagne. Questa cosa fu scoperta, e non potè venire [p. 24 modifica]fatta10: onde egli ordinarono d’indugiare il fatto in sino al quinto di febbrajo; e allora trattavano d’uccidere non solamente i consoli, ma eziandio molti de’ senatori. La qual cosa sarebbe loro venuta fatta, e sarebbe suta la peggiore che fosse mai in Roma dappoichè ella fu dificata11; ma rimase12, perchè Catilina, essendo alla corte13 ebbe troppo gran fretta di far segno a’ suoi ch’e’ cominciassono la briga, anzichè molti di sua gente fossono armati e venuti.

Poscia Pisone fu mandato da’ Romani nella Spagna di qua (a)14 per signore e questore (b)15. Questo mandamento16 procacciò M. Licinio Crasso; perocch’egli sapea bene che Pisone era contrario e nemico di Pompeo, il quale era in quelle contrade. Al senato medesimo non dispiacque di mandarlo a quella signoria, perocchè voleano che così malvagio uomo stesse di lungi da Roma e dalla repubblica; e anche perocchè molti eziandio buoni uomini romani faceano capo a lui17, siccome ad ajutatore della repubblica: onde il mandarono là, sapendo bene che la potenzia di Pompeo v’era grande assai. Ma il detto Pisone vi fu morto da’ cavalieri spagnuoli, ch’egli menava nella sua oste. Sono alcuni che dicono ch’egli fu morto per cagione che quella gente barbara non potea sostenere il suo signoreggiare ingiusto, superbo e crudele; altri dicono che quegli, che l’uccisono, furono de’ cavalieri ch’erano suti antichi e fedeli servidori di Pompeo, e che ciò feciono di volontà di Pompeo; e che gli Spagnuoli non avrebbono mai ciò fatto, ch’egli aveano sostenuti innanzi a lui molti duri e aspri signori e crudeli. Noi (c)18 lasciamo stare omai questo: assai avemo detto della prima congiurazione.

Note

  1. furono chiamati consoli ec.) Chiamare, oltre alle altre sue significazioni, ha ancora quella di eleggere: onde chiamati consoli, significa eletti consoli. Ma qui l’autore ha adoperato la voce chiamato in sentimento di eletto e non entrato ancora all’ufficio, che latinamente dicesi designatus, come ha il testo; e chiamato dovrebbe aggiungersi nel vocabolario in questa significazione.
  2. (Imperciocchè eglino per avere il consolato aveano dati danari a certi senatori).
  3. da indi a poco, che dicesi anche indi a poco, è lo stesso che poco dopo, ed è bel modo di nostra lingua.
  4. fu posto colpevole per una legge) Porre, oltre agli altri suoi significati, vale anche stimare, reputare, giudicare, com’è da intendere in questo luogo.
  5. (cioè di avere male e ingiustamente ricevuta pecunia in officio di comune).
  6. ordinatore di tradimenti) Ordinatore qui sta per macchinatore: nel qual sentimento bene si può ancora oggi adoperare.
  7. con questo Pisone...accomunati ec.) Accomunare è registrato nel vocabolario in sentimento di far comune quel che è proprio, mettere a comune, ma qui accomunati con Pisone vuol dire fatta compagnia, uniti, stretti insieme in lega con Pisone: e sarebbe da aggiungere al vocabolario in questo sentimento.
  8. trattarono insieme all’entrata di dicembre) Entrata, che anche si disse entrante, parlandosi di tempo, o cosa che si riferisca a tempo, vale principio, onde all’entrata di dicembre vale al principio, verso i primi dì di dicembre; e all’entrante di maggio, e simili, vale al principio, verso i primi dì di maggio, ec. Il Boccaccio disse: Venendo quasi all’entrata di maggio. E G. Villani: In questi tempi all’entrante d’ottobre morì a Napoli quella si facea chiamare Imperatrice di Costantinopoli. Ancora ci piace di qui aggiungere, che che altri se ne dica, che entrante mal si adopera oggi come adjettivo riferito a tempo per significar prossimo, vicino, vegnente; e che mal si dice nell’entrante settimana, nel mese entrante; e si ha a dire nella vegnente settimana, nel mese vegnente, o prossimo, e simili: chè entrante, come abbiam detto, quando si riferisce a tempo, è sol sostantivo, ed è lo stesso che entrata nel significato dello avanti.
  9. e ordinarono che anzi calen di gennajo) Si noti qui il verbo ordinare, il quale sta per disporre, stabilire, restar d’accordo, che è il proprio suo significato. Per calen vedi la nota 11 a pag. 21.
  10. venire fatto legge la stampa. «Checchè possano forse disputare i grammatici (osserva il Betti), io credo che si debba dir fatta: e me ne porge certezza il volgarizzatore stesso, che poche righe appresso ripete: la qual cosa sarebbe loro venuta fatta.»
  11. sarebbe suta la peggiore .. dappoichè ella fu dificata) Suto è uscita antica del verbo essere, ed è lo stesso che stato. Dappoichè qui vale dopo che, poscia che, che è la propria sua significazione. Dificata è lo stesso che edificata, ed è maniera antica di scrivere il verbo edificare, così pure dificio per edificio.
  12. ma rimase, perchè ec.) Qui rimanere vale non avvenire, non avere effetto: ed in questo sentimento è stato aggiunto al vocabolario con questo solo esempio.
  13. essendo alla corte) Corte si usò anticamente per curia, e qui si vuole intender quel luogo dove si adunava il senato, che curia s’appellava appresso i Romani.
  14. (cioè in Catalogna).
  15. (cioè ricevitore e spenditore dell’avere del comune).
  16. mandamento è voce autica, ed è registrata nel vocabolario solo in sentimento di commissione, ordine, mandato: ma qui sta per l’atto del mandare, dell’inviare.
  17. faceano capo a lui ec.) Far capo a uno vale andare a lui per ajuto o consiglio. E il Villani disse: Guidava tutta la città, e tutta parte ghibellina faceano capo a lui.
  18. (dice Sallustio).