Il Castello di Milano e i suoi Musei/Museo Archeologico

Museo Archeologico

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Il Castello di Milano Museo Artistico
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MUSEO ARCHEOLOGICO.

È un’istituzione la cui origine risale ai primi anni del secolo XIX. La collezione attuale fu, sino al 1898, nella soppressa chiesa degli Umiliati, di Senta Maria in Brera. Comprende il materiale artistico e archeologico proveniente da demolizioni, da scavi, da opere edilizie diverse, oppure dalla soppressione di chiese e da donazioni di cittadini.


Il Museo archeologico occupa le sale terrene del fabbricato detto Corte Ducale.


Sala A, detta della Cancelleria Ducale, — Nessuna particolarità ornamentale in questo ambiente, il quale però ha rivelato, in corrispondenza alle volte, delle traccie di strutture anteriori, forse residui dell’epoca Viscontea.

Questa sala comprende oggetti ed avanzi preistorici, ed egizi, frammenti ed oggetti greci, etruschi e romani.


Sala B. — Nella volta di questa sala si vedono traccie di decorazione dell’epoca della dominazione straniera. Contiene varie sculture del medioevo, anteriori al XIV secolo. Notevoli gli avanzi della Chiesa di S. M. in Aurona, un angolo ricostrutto del Chiostro del monastero di Santa Radegonda, ed i bassorilievi pure ricomposti che adornavano l’antica Porta Romana. [p. 36 modifica]PIANTA TERRENA DELLA CORTE DUCALE E DELLA ROCCHETTA.

CORTE DUCALE.

MUSEO ARCHEOLOGICO.

Sala A. — Antichità preromane greche, etrusche e romane.

Sala B. — Sculture medievali anteriori al XIV secolo.

Sala C. (Cappella). — Sala detta di Balduccio da Pisa.

Sale C.’ C.’’ C.’’’ — Sale destinate a futuri ampliamenti del museo ora scuola di Arte applicata.

Sala D. (Portico aperto). — Scolture di scuola Campionese.

Sala E. (Cappella Ducale). — Scolture della prima metà del secolo XV.

Sala F. (Sale delle Asse non ancora sistemata). — Destinata alla raccolta delle memorie Sforzesche.

Sala G. (Sala dei Duchi). — Scolture del rinascimento. [p. 37 modifica]

Sala H. (Sala delle Colombine). — Scolture del rinascimento. Amadeo e Solari.

Sala L. (Detta degli Scarlioni). — Scolture del Fusina e del Bambaia. Oggetti diversi.

Sala M. — Terrecotte lombarde.

ROCCHETTA.

Nei tre lati di portico: Raccolta epigrafica a complemento del Museo Archeologico.

Sale N. O. — Scolture moderne. Sale dei festeggiamenti e delle conferenze.

Sala P.(Sala del Tesoro). — Destinata a contenere il medagliere municipale.

Sale Q. R. S. — Numismatica.

Sale T. V. — Società Storica Lombarda. [p. 38 modifica]

Sala C. — Nella volta di questa sala, che fu già destinata a cappella, un affresco di scuola lombarda rappresenta la risurrezione di Cristo, mentre una serie di stemmi sforzeschi adorna le lunette della volta.

Sono raggruppate in questa sala alcune scolture provenienti dalla Chiesa di S. Maria in Brera e dal Duomo, nonchè avanzi della Chiesa di S. Gottardo in Palazzo reale, tutte opere del XIV secolo.


Sala D (Portico della Corte Ducale). — È qui collocata la raccolta di scolture di scuola campionese del XIV secolo. Emergono sugli altri: Il monumento sepolcrale con la statua equestre di Barnabò Visconti — la tomba di sua moglie Regina della Scala — il monumento dei Rusconi di Como.

Per una porta laterale si accede ad un piccolo ambiente che può essere ritenuto la saletta negra di cui parlano i documenti sforzeschi e nella quale ha dipinto Leonardo da Vinci. Però, le pitture a putti che adornano la vôlta di quel locale, checchè si affermi in contrario, sono ben lontane dal provare una presupposta così alta origine.

Nel cortile della Corte Ducale, fra un complesso di frammenti marmorei variamente disposti: si rilevano: la porta scolpita del palazzo detto Banco Mediceo attribuita a Michelozzo — la colonna gotica che fu già sul sagrato della Chiesa di S. Antonio ed una fontana sforzesca riprodotta dall’originale, esistente oggidì nella Chiesa di Bellinzona, e donata al Museo dall’arch. Luca Beltrami.

In questo cortile, venne lasciata in posto, sebbene di epoca posteriore, una porta, eseguita dagli spagnuoli, che dava accesso all’alloggio del Castellano, sormontata da un antico stemma, fiancheggiato da due angeli, di epoca sforzesca. [p. 39 modifica]


Sala E. — Questa sala era la Cappella ducale: sulla vôlta si vedono le traccie non del tutto scoperte, di una decorazione ad affresco rappresentante Cristo risorto e il Padre Eterno in gloria d’angeli; nella lunetta stemmi sforzeschi, e, sulle pareti, alcune figure di santi ad affresco su fondo a piastrelle in rilievo.

Son qui collocate le scolture della prima metà del XV secolo — una statua proveniente dal Duomo — lapidi sepolcrali — bassorilievi — stemmi — capitelli — porte — frammenti di decorazioni marmoree del Duomo, e di altri monumenti.


Sala F. — È la Sala contenuta nella torre detta delle Asse e distinta appunto con tal nome. — La decorazione originaria della volta di questa sala è dovuta all’opera di Leonardo da Vinci il quale vi volle rappresentare un gran pergolato a ramificazioni geometricamente intrecciate: è stata restaurata e ripristinata nel 1901, a spese dell’avvocato Pietro Volpi. È provvisorio l’adattamento attuale delle pareti ricoperte in tela.

Questa sala, che ancora non accoglie oggetti d’arte, sarebbe destinata a custodire le memorie che particolarmente si collegano alla storia del castello e della famiglia sforzesca.

Attigui alla Sala delle Asse sono i camerini della Ponticella di Lodovico il Moro, disposta a cavaliere del fossato, opera di Bramante, restaurata nel 1902 a spese del cav. Aldo Noseda.


Sala G. — È detta Sala dei ducali perchè la decorazione della sua volta è costituita da quattro grandi stemmi colle imprese ducali e colle iniziali di Galeazzo Maria, spiccanti su campo azzurro a piccoli fiammanti.

Sono qui collocate le scolture del XV secolo. [p. 40 modifica]


Sala H. — È distinta col nome di Sala delle colombine, per la caratteristica sua decorazione costituita dalla nota impresa di Bona di Savoia — il raggiante contenente la colomba col motto à bon droit — svolgentesi sulle pareti e sulla volta, a guisa di tappezzeria e spiccante su di un fondo generale di color rosso cupo.

Anche qui sono riunite scolture del XV secolo, e particolarmente dell’Amadeo e del Solari.


Sala L. — È detta sala degli Scarlioni, perchè la sua decorazione originaria era costituita dalle solite bande bianche e rosse, disposte a zig zag, secondo l’uso sforzesco. Questa decorazione, ora restaurata sulle pareti, si svolgeva a suo tempo anche sulla volta, rovinata fin dall’epoca sforzesca per la rottura di un tirante, la quale fu sostituita con l’attuale, rimanendo solo dell’antica i capitelli pensili che reggevano le lunette.

Si notano in questa sala scolture pregevoli e interessanti oggetti artistici. Notevoli fra le prime il monumento sepolcrale del vescovo Bagaroto, opera di Andrea Fusina, e gli avanzi e i calchi del disperso monumento a Gastone di Foix, eseguito da Agostino Busti detto il Bambaja.

Fra gli altri oggetti, è notevole la copiosa raccolta di serrature, chiavi ed altri lavori in metallo, donata al Museo dal nob. dott. Alfonso Garovaglio.


Sala M. — È in continuazione della Sala E, Cappella Ducale, colla quale fin dall’origine si collegava.

Sono riunite in questa sala le terrecotte provenienti da edifici della Lombardia, e vi iniziano una raccolta destinata a mettere in evidenza lo sviluppo che in questa regione ebbe tale caratteristico elemento architettonico e decorativo. [p. 41 modifica]

Dal Museo Archeologico si passa al portico terreno della Loggetta d’angolo della Corte Ducale, detta di Galeazzo Maria, e quindi allo scalone, ripristinato colla sua decorazione originaria.

Da un’antica apertura esistente nella parete della prima rampa, si scorgono due delle grandi finestre della Corte Ducale, che per le successive trasformazioni eseguite dagli stessi Sforza sono rimaste rinserrate in un piccolo pittoresco cortile.

Giunti al piano superiore, si passa al