Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/CXI - Perché si levi da le perle schiette
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CXI.
Natura ha riunito nella Mencia tutte le bellezze distribuite di solito in questa o in quella donna. E il mondo le rende onore.
Perchè si levi dalle perle schiette
L’ordine lor ed una se ne svella,
Non è che la bellezza in Voi sì bella,
4Non sia più bella ancor dell’altre elette.
Che quante grazie furon mai perfette
Dal ciel amico, o da benigna stella,
In questa Donna sparse, e sparse in quella,
8Tutte raccolte in Voi natura mette.
Ed or scemando for de’ bei rubini
Parte del bianco avorio, tal vaghezza
11V’accresce che non fu giammai maggiore.
Ch’Amor in quel bel luogo assiso sprezza
Quant’è di bell’in terra, e fa s’inchini
14Il mondo a riverirvi e farvi onore.
Note
V. 1. Perchè, benchè, per quanto.
Vv. 3-4. Bellezza, bella, più bella in quel bel luogo, quant’è di bel, ripetizioni sazievoli e bisticci di parola. Questo procedimento, che consiste nel ripetere ad ogni verso la parola che dà l’idea fondamentale di tutto il componimento, è del resto proprio del Petrarca, cfr.: «Dolci ire, dolci sdegni e dolci paci, Dolce mal, dolce affanno e dolce peso, | Dolce parlare, e dolcemente inteso, | Or di dolce ôra or pien di dolci faci.», Canz., CCV, vv. 1-4.
Vv. 9-10. Avorio dei denti; for, fuori dei rubini, delle labbra color rubino. Questi versi e il primo farebbero supporre che si tratti di un dente perduto dalla Mencia.