Il Cantico di Giuditta
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IL CANTICO DI GIUDITTA.
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Giuditta, Capo ultimo.
Oh, si agiti il cembalo,
Il timpano suoni!
Cantate l’Altissimo,
Invitti campioni!
O vergini, un cantico
Sull'arpe sonore
7Temprate al Signore!
Si esalti la gloria,
S’invochi il suo nome:
Ei solo le furie
De’ popoli ha dome;
Signore de’ secoli,
Signor degli eventi,
14Cantatelo, o genti.
In mezzo al suo popolo
Chiamato a tenzone
Levò formidabile
Il suo padiglione:
Si piacque proteggere
Dalla ira straniera
21La fida sua schiera.
Dai monti di borea
L’Assiro discese,
Di sue moltitudini
Coprendo il paese:
I fiumi seccarono;
Di sotto a’ cavalli
28Scomparver le valli.
Giurava d’incendere
La santa contrada;
Nel petto a’ miei giovani
Tuffare la spada:
Co’ bimbi le vergini
A barbare rive
35Tradurre cattive.
Ma Dio colla folgore
Incontro gli mosse;
Per man di una debole
L’altero percosse.
Vittoria! Dal braccio
Non ei fu trafitto
42Di giovane invitto;
Non gli alti Titanidi
Gli rupper la maglia,
Nè sceser gl’indomiti
Giganti a battaglia;
La figlia di Mérari
Col florido viso,
49Giuditta l’ha ucciso.
Il brun della vedova
Vestito depose:
Si cinse di giubilo,
Ornossi di rose;
Sul volto de’ miseri
Nelle ore supreme
56Fe rider la speme.
Di nitido balsamo
Le guance si tinse;
Di mitra purpurea
Le chiome costrinse:
Al barbaro insidia,
In manto novello
63Uscì dall’ostello.
Nell’ôr de’ suoi sandali
Fu domo l’altero;
La donna bellissima
Lo fe prigioniero;
La donna terribile
Sul collo esecrando
70Fe scendere il brando.
I Persi gelarono
Di tanto ardimento:
A’ Medi rizzaronsi
I crin di spavento;
Allor di grandi ululi,
Di orribili stridi
77Sonarono i lidi,
Allor che i miei poveri
Di sete languenti
Dal muro piombarono
Sulle orde fuggenti.
Correte, lanciatevi,
Mietete sulle orme
84Le barbare torme.
La bionda progenie
Di giovani spose
Infranse di Ninive
Le spade famose:
I prodi non ressero,
Di pargoli in guisa,
91All’ira improvvisa.
Oh, grande all’Altissimo
Si moduli un canto;
Pel giro de’ secoli
Risuoni il suo vanto!
Di Persia, di Assiria
Al soffio di Dio
98Il fiore svanìo!
Signor, tuoi gli eserciti,
È tua la vittoria!
Signor del mio popolo,
Chi teco si gloria?
Tu parli: dai vortici
Del nulla fecondo
105Fuor lanciasi il mondo;
A’ piedi in silenzio
Ti sta l'universo;
Al suon di tue collere
Ogn’empio va sperso;
Le pietre si squagliano,
Ribollon le fonti,
112Traballano i monti.
Beato chi trepido
Ti cole, o Signore!
Sul capo gli rutila
Ghirlanda di onore,
O giudice ei moderi
In pace la terra,
119O fulmini in guerra.
Ma guai chi sugli umili
Tuoi servi si getta!
A tergo gli mormora
L’eterna vendetta:
Nel giorno novissimo
Fia cerca, fia rasa
126Degli empi la casa.
Già turbini e folgori
Accerchiano il loco:
Son preda i cadaveri
A’ vermini, al foco,
Al foco che orribile
De’ rei fa governo
133Nel secolo eterno.