Il raccolto
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IL RACCOLTO
Di rossa fiamma
l’aurora avvampò;
sul volto della terra
la nebbia striscia.
S’accese il giorno
del fuoco solare,
radunò la nebbia
sopra il vertice dei monti,
l’addensò
in nuvola nera,
la nuvola nera
s’aggrottò,
s’aggrottò
come impensierita,
quasi ricordasse
a sua patria...
La recheranno
i venti impetuosi
in tutte le parti
del mondo candido...
Si arma
di tuono, di tempesta,
di fuoco, di folgore,
di arcobaleno;
S’è armata
e s’è allargata,
e ha colpito,
e s’è rovesciata
in lacrima gigante,
in torrenzial pioggia,
della terra sul petto
ampio.
E dall’alto dei cieli
occhieggia il solicello;
s’è abbeverata d’acqua
la terra a sazietà.
Ai campi, ai giardini
verdi
la gente del contado
non cessa di guardare.
La gente del contado
la divina grazia
attendeva con trepidanza
e con preghiera.
Insieme con la primavera
si risvegliano
i loro intimi
pensieri pacifici.
Pensiero primo:
il grano dalla madia
versare nei sacchi,
apprestare i carri.
Ed il secondo loro
pensieruccio fu:
dal villaggio coi carri
per tempo partire.
Il terzo pensieruccio
come pensarono,
a Dio Signore
dissero una preghiera.
Appena giorno per i campi
tutti coi carri si sparsero,
e si misero a passeggiare
l’uno dietro l’altra,
col cavo della mano pieno
a sparpagliare il grano,
e avanti ad arare
la terra con gli aratri,
poi con la curva sochà1
a risolcare,
dell’erpice col dente
a pettinare...
Ora andrò a guardare,
ad ammirare
quel che mandò il Signore
per le fatiche agli uomini.
Più alta della cintola
la segale granita
sonnecchia con la spiga
quasi fino a terra;
come un’ospite di Dio,
da tutte le parti
al giorno lieto
sorride;
il venticello per essa
fluttua e luccica,
in aurea onda
si sperdo correndo...
Gli uomini a famiglie
si son messi a mietere,
a falciare alla radice
la segale alta.
In fastella frequenti
i covoni son composti;
dei carri tutta notte
cigola la musica.
Sulle aie, dovunque,
come principesse, le biche
comodamente siedono,
su levate le teste.
Vede il solicello
che la mietitura è finita:
più freddo esso
cammina verso l’autunno;
ma arde il cero
del campagnolo
avanti all’icona
della Divina Madre.
Note
- ↑ Aratro primitivo dalla Grande Russia.