Idioma ladino - Tradizioni e racconti/21
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Traduzione dal ladino di Jan Batista Alton
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Il Mosca.
Se non erro, fu nel 1812 nel giorno dell’Assunzione, che tutt’ad un tratto suonarono a stormo a Santa Maria, a Collfosco, a Corvara ed a Campii. Era quello il segnale convenuto fra la gente per raccogliersi a dare la caccia al Mosca. Questi era un furfante della valle di Cembra, un briccone, che rubando bestiame sulle montagne andava poi a Trento per venderlo. Tutti ne avevano paura e nessuno fu mai capace di fargli del male, perchè aveva il corpo tutto coperto d’uno strato di ghiaccio e perchè era maestro di stregoneria; ovunque egli avea de’ complici, che l’aiutavano. I Gardeuesi dopo d’averlo spiato nella Valle e sul monte di Stevia mandarono da tutte le bande l’avviso di suonare a stormo alla data ora per andar ad acchiapparlo, giacche fuori di Puz ormai più non poteva scappare. In ogni luogo stavano delle guardie appostate, onde non potesse scappare; da tutte le imboccature si spinse la gente su pel monte Puz, armata di schioppi, falci, forche e mazze. Quei di Gardena lo cacciano su per Valle e sparano giù da Stevia, e da CoUfosco, dalla Villa e da Campii vi accorrono tanti, che ormai oggi gli è impossibile scappare. Egli stavasi nascosto in una fessura sotto una rupe. De’ suoi complici sen’avean presi ormai tre o quattro. Alla fine lo vedono; gli sparano addosso, ma egli rimanda tutte le palle come se si scacciasse d’attorno le mosche, giacché essendo coperto di ghiaccio le palle non potevano trapassarlo. Né egli usciva dalla spelonca ne c’era persona, che osasse entrarvi. Alla fine dice il Cerro, uno di Collfosco: „ Voglio ben sghiacciarlo io, questo maledetto; che alcuni vengano dietro a me con corde e funi. " Detto e fatto. Il Cerro, uomo di forza e di coraggio da orso, con una mazza in mano cala giù per la fessura; arrivato vicino allo stregone gli mena sulla testa un colpo, che ha la forza di sghiacciarlo. „ Ora venite ", dice il Cerro, „ leghiamolo e conduciamolo al posto, che gli spetta**. Verso sera il Mosca trovavasi in prigione sul Colle della Pelda, abitando là la Signoria del di*) Era questo un sopranome. stretto di Codone, la quale apparteneva al conte Wolkenstein; quei di Collfosco stavano pure sotto quella Signoria.