Idillio V.

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Mosco - Idilli (II secolo a.C.)
Traduzione dal greco di Luca Antonio Pagnini (1827)
Idillio V.
IV VI
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Idillio V


Qualora il vento l’onde glauche sferza
     Placidamente, il pauroso core
     Sento instigarsi, nè la Musa allora
     Emmi gradita, e troppo più m’incanta
     5Il mar tranquillo. Ma poichè rimbomba
     Il pelago albeggiante, e lo spumoso
     Seno s’incurva, e in furor vanno i flutti,
     Agli arbori, e alla terra i lumi giro,
     E fuggo il mar. La terra allor mi è fida,

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     10E mio pronto diletto è selva opaca,
     Ove il pin de’ gran venti al soffio canta.
     Oh! come tormentosi i giorni mena
     Il pescatore, a cui la barca è casa,
     Lavoro il mar, fallace preda il pesce!
     15A me sotto gran platano frondoso
     È grato il sonno, e l’ascoltar dappresso
     Il suono d’un ruscel, che mormorando
     Il villanel diletta, e non disturba.