Idilli (Bione)/VIII
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EPITALAMIO
D’ACHILLE E DEIDAMIA
Idillio VIII
Mirsone, Licida.
Vuoi tu cantarmi un siculo soave,
Tenero, dolce, ed amoroso carme,
Qual già cantò il Ciclope Polifemo,
Licida caro, a Galatea sul lido?
LICIDA
5S’io pur volessi, e che dovrei cantare?
MIRSONE
Delle Scirie canzoni emulatore
L’amor soave di Pelìde, e i baci
Furtivi canta, e le furtive nozze.
Com’ei garzone vestì gonna, e come
10Mentì sembianze; e qual di Licomede
Infra le figlie Deidamía ritrosa
Mostrossi inverso Achille a lei mal noto.
LICIDA
Un Bifolco rapita Elena un giorno,
Trassela in Ida, grave affanno a Enone.
15Sparta d’ira s’accese, e insieme accolse
Tutto il popolo Achèo; nè Greco alcuno,
O di Micene, o d’Elide, o di Sparta
Rimase in casa per portar su quello
La giurata vendetta. Infra le figlie
20Di Licomede sol celossi Achille.
In vece d’armi trattò lane, e stese
La bianca mano alla virginea scopa.
Donzella apparve alle maniere, e al fiore,
Che innostrava le guance a lui di neve.
25Movea da donna, e il vel ponea sul crine.
Ma petto avea di Marte, e d’uom l’amore.
Dall’alba a sera il dì con Deidamìa
Partendo a lei talor la man baciava,
Spesso il leggiadro di lei corpo ergea,
30E ne lodava i gemiti soavi.
Non altra a mensa avea compagna e spesso
* * * * * * * * * * * * *
A lei diceva: In un medesmo letto
Dormon pur l’altre suore a coppia a coppia.
35Io sola giaccio, e tu pur anco, o Ninfa.
Siam pur due belle vergini compagne
D’etate, ma divise ambe di letto.
Da te muro spietato mi diparte.
Nè già di te. * * * * * * *