<dc:title> Favole </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Jean de La Fontaine</dc:creator><dc:date>1669</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation></dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Favole_(La_Fontaine)/Libro_ottavo/XIX_-_I_vantaggi_del_Sapere&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20110808234449</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Favole_(La_Fontaine)/Libro_ottavo/XIX_-_I_vantaggi_del_Sapere&oldid=-20110808234449
Favole - Libro ottavo XIX - I vantaggi del Sapere Jean de La FontaineEmilio De Marchi1669
Un uomo ricco, un asinaccio ritto,
soleva dire a un suo vicin stracciato
(e stracciato vuol dire letterato) 4che il ricco sol di vivere ha diritto.
- Al ricco deve fare di cappello, -
ei ripeteva, - ogni fedel corbello,
non sol, ma è giusto che gli faccia onore 8il dotto, il pensatore e il professore.
Costor con tutto il leggere che fanno
non hanno spesso pane da mangiare,
e portan certe vesti così rare 12che fan sempre parer d’estate l’anno.
Stanno in alto in stanzucce accanto al tetto
coll’ombra sua ciascuno per valletto.
Povera gente e poveri gli stati, 16che fanno i conti addosso ai disperati!
Utile invece è chi vi spende e spande
del suo liberamente, in lusso, in feste,
che mantien l’artigian e che lo veste 20col suo denar e colle imprese in grande.
È il ricco che le lettere sostenta
e paga chi coi libri lo tormenta
e con omaggi e dediche sì strane, 24che son meno noiose le campane -.
Così dicea quel grosso babbuasso.
Ben si sentì il poeta sulle prime
gran voglia di risponder per le rime, 28ma la giustizia viene di suo passo.
Venne, dico, la guerra, e la vendetta
fu più crudele d’ogni satiretta.
A ferro e a fuoco è messa la città, 32l’uno scappa di qua, l’altro di là.
Sol disprezzo il babbeo millantatore
nell’esilio trovò, mentre il poeta
ricevette accoglienza onesta e lieta. 36State zitti, il saper ha il suo valore.