I puntigli domestici/Lettera di dedica
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | I puntigli domestici | L'autore a chi legge | ► |
A SUA ECCELLENZA
IL SIGNOR
ANTONIO CONTARINI
PATRIZIO VENETO1.
Fortuna è nascere con quella docilità di animo e chiarezza di mente, che in lei si ammirano. Fortuna l’avere dinanzi agli occhi un esemplare vicino, che ecciti alle virtù. L’Eccellentissimo Signor Simeone Contarini Procurator di S. Marco, Padre amorosissimo dell’E. V., e quel modello che a tutti gli uomini nobilmente nati può servire di regola, e molto più a quelli che sono nei gradi, e negli onori, e nei pesi della Repubblica iniziati; e quanto maggiore e l’attaccamento che per natura ha con esso lui l’E. V., tanto più forte nel di lei animo farà impressione l’esempio suo.
Principiò Egli a sagrificar se medesimo a pro della Patria nell’età verde ancora, e unendosi in lui perfettamente il genio ed il talento, militando ancor giovanetto nelle Provincie della Dalmazia e dell’Albania, nell’aspra guerra co’ Turchi, sotto il comando del Serenissimo Doge Sebastian Mocenigo suo zìo, gli fu da quello addossato l’onorevole4 carico di Luogotenente5 Generale, onde6 coraggiosamente condottosi agli assedj di Antivari e di Dulcigno, diè pruove tali del suo valore, e tanto mostrò coraggio, ancorchè tinto del proprio sangue, per grave ferita sparso, che fu dall’ammirazione e dalla gratitudine dell’eccelsa Patria con estraordinario esempio Senatore eletto nell’anno vigesimoterzo dell’età sua. Ciò servì a lui di stimolo per maggiormente accendersi del vero amore di Cittadino, non risparmiando fatica a pro della Repubblica7, e questa gareggiò sempre con esso lui nel caricarlo di onori. Resse due volte la Città di Padova, ed una quella di Brescia. Provveditore alla Sanità in Dalmazia, assicurò ben presto la salute comune, estirpando affatto colà ogni contagioso malore. Alla Porta Ottomana Bailo per la Repubblica Serenissima, quai prove non ha egli date del suo sapere e della sua ammirabile8 condotta? E alla suprema carica eletto di Provveditor Generale nella Terra Ferma, dopo aver conseguita la veste insigne Procoratoria, con qual zelo, con qual merito e con qual vigilanza non sostenne egli un tale onorevole peso?
Tutto ciò basta per ravvisare quali e quante sieno le di lui virtù, perchè senza di esse ne si merita tanto, nè tanto si conseguisce. Che però torno a ripetere con fondamento, che un esemplare sì grande, sì interessante, e sì prossimo all’E. V., non può che animarla9 ad operare e a risplendere, additandole quel sentiero, per cui a tanta gloria si arriva.10
La fiducia che io ho nella di lei benignissima protezione, mi anima ad offerirle un miserabile parto della mia penna, ponendo in fronte a questa Commedia mia il venerabilissimo nome dell’E. V., gloria per me essendo che un tanto onore mi si conceda, siccome quello di potermi qui sottoscrivere con venerazione ed ossequio
- Di V. E.
Umiliss. Devotiss. ed Obbligatiss. Serv. |
Note
- ↑ Questa lettera di dedica fu stampata la prima volta l’anno 1754, nel t. VI dell’ed. Paperini di Firenze.
- ↑ Così l’ed. Pasquali; nell’ed. Paperini si legge: Vostra Eccellenza è stato per qualche anno mio Protettore, senza ecc.
- ↑ Pap.: ad una.
- ↑ Pap. aggiunge: pesante.
- ↑ Pap. aggiunge: suo.
- ↑ Pap.: indi.
- ↑ Pap. aggiunge: Serenissima.
- ↑ Pap. aggiunge: destrezza e ecc.
- ↑ Pap.: animare le di Lei virtù ecc.
- ↑ Segue nell’ed. Pap.: Bella felicità di un Genitore magnanimo, mirar sì ben disposti ad imitarlo i figli suoi, e certamente l’E. V. forma la di lui maggiore speranza e la più perfetta consolazione. Di questa a parte sono gli amici e i servidori tutti della di lei Eccellentissima Casa, ed io che mi lusingo di essere nel numero di questi ultimi, riconosco nell’E. V. un mio amorosissimo Protettore. - La fiducia ecc.