I naufraghi dello Spitzberg/Conclusione
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CONCLUSIONE.
Era quindi necessario andare a chiedere aiuto a Tromsò, ma essendo il mare cattivissimo, nessun pescatore di Moskenoesoe ardiva recarsi fino a quel luogo, per paura di venire travolto ed inghiottito dal Maëlstrom.
Tompsom e Jansey, temendo che la nave venisse demolita dalle onde, si fecero sbarcare sulla costa più vicina ed insieme a Oscar e ad alcuni marinai si portarono in un villaggio, dove sapevano esservi numerose renne.
Il 3 dicembre, noleggiate tre slitte tirate da quei rapidi animali, partirono alla volta di Tromsò, seguendo la costa.
Appena giunti in quella città marittima, loro primo pensiero fu quello di telegrafare al signor Foyn il felice esito della spedizione, poi di noleggiare dei rimorchiatori.
Due giorni dopo la Torpa veniva disincagliata e subìte alcune riparazioni ritenute necessarie si rimetteva in viaggio verso il nord.
Il 20 dicembre, dopo una felice navigazione, rientrava finalmente nel Varangefiord e gettava l’àncora dinanzi all’isoletta del signor Foyn.
Rinunciamo a descrivere le accoglienze entusiastiche fatte all’intrepido e fortunato baleniere ed ai suoi valorosi marinai da parte di tutti i balenieri e lavoranti, i quali erano stati già informati dell’esito felice della spedizione, prima dai due eider, poi dal dispaccio.
Il signor Foyn, riconoscente, compensò largamente tutti e specialmente il bravo Tompson, il quale ora non naviga più per conto suo.
Egli è il comandante in capo delle squadre pescatrici del celebre proprietario dell’isoletta di Vadsò.