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Clavaria flava

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Clavaria flava Schaeff. — Tav. C.

Ital. Ditola gialla. Volg. Manine gialle, Ciate d’ors, Didele. Franc. Coralloïde jaune. Ted. Gelber Stengelschwannn. Da un tronco grosso 3-4 cm circa di colore bianco si sviluppano parecchi rami o piccoli tronchi, i quali si dividono in varie serie di ramoscelli dando al fungo un aspetto di piccolo cespuglio. I rami sono per lo più cilindrici, un po’ scanalati al giunto di divisione che è disposto ad arco o ad angolo molto ottuso; i ramicelli terminano generalmente in 2-3 punte ottuse o raramente dentati. Tanto i rami che i ramoscelli sono di colore zolfino, più o meno carico, e il tronco è sovente chiazzato di rosso-vinato. La carne è bianca, tenera, di buon gusto e di odore fungino. Le spore sono giallognole, allungate o quasi cilindriche, da 10-14 × 4-5 μ. Cresce a grandi famiglie tanto nelle selve frondose che conifere dal luglio al novembre.

La Ditola gialla è la più pregevole di questo genere per la carne compatta, tenera e non fibrosa. Conviene però scegliere individui giovani pel motivo che la carne coll’età diventa acidetta e perciò meno gustosa, ed inoltre sviluppa un sugo abbondante, che agisce come drastico, per cui mangiandone in abbondanza potrebbe recare dei disturbi gastrici, i quali però si possono evitare dando al fungo una mezza cottura nell’acqua salata e poi, gettata l’acqua, col condirlo nel solito modo. [p. 115 modifica]

Queste norme sono da seguirsi anclie per le altre specie di Ditola le quali sono tutte mangereccie benchè più o meno saporite; cogliere cioè esemplari, in cui i rami e i ramoscelli non sieno ancora bene sviluppati; e se poi si vuol cibarsi anche di esemplari ormai maturi, purché sieno sani, non corrosi dagli insetti nè patiti, sottoporli ad una mezza cottura come è indicato sopra. Spiegazione delle figure: a Fungo perfettamente sviluppato, b Basidii. c Spore.