I divoratori/Libro terzo/I
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I.
Anne-Marie si mosse, sospirò — e aprì gli occhi.
La camera era buia e silenziosa. Ma in breve un piccolo suono ritmico e sommesso le giunse all’orecchio, e le parve assai dolce. Era un suono regolare e pacato, come il battito d’un orologio, come il pulsar d’un cuore. Era l’oscillare d’una culla!
Anne-Marie, nel dormiveglia, sorrise; e una immensa pace le invase lo spirito. Il dolce battito ritmico la ricondusse verso il sonno. Essa si sentiva ineffabilmente calma e felice. La vita apriva più vasti portali sopra orizzonti più immensi.
Con un fremito di gioia essa pensò che il breve silenzio del trascorso anno era ormai terminato. Di nuovo la musica fluirebbe dalle sue mani, come un’incantata fontana, sopra il mondo in ascolto.
Il suo violino!... Sotto le chiuse ciglia Anne-Marie lo rivedeva nel pensiero. Rivedeva le curve bruno-dorate della voluta; l’alacre slancio degli «f» nella tavola armonica; e le sensitive corde tese sopra l’agile ponticello: tutto quel perfetto istrumento silenzioso, aspettante il tocco delle sue ardenti dita giovanili, per ridestarsi di nuovo alla vita e al canto!
Soavi lagrime le fluirono nei chiusi occhi. Come lavorerebbe ora! come studierebbe!... Quanti nuovi canti, quante sublimi sinfonie ella creerebbe! Tante cose ella aveva a dire che nessuno ancora aveva detto!...
Ora scriverebbe anche un’Opera — una grande Opera in cui darebbe al mondo una nuova musica, una musica pura, splendida, rigenerata.
Già l’Ispirazione, vaporosa e vaga, le avvolgeva la mente di tenui melodie come mistici nastri diafani... già le battute si allineavano ferme e splendide nel suo pensiero... e gli accordi scrosciavano come fanfare trionfali.
Nel suo cuore la gioia corse come una cosa viva.
Essa vide la vita come un paesaggio di luce steso innanzi ai suoi giovani passi: ella ascenderebbe la bianca via dell’Immortalità, sorretta da un immutabile amore; il Genio le cingerebbe la fronte d’un serto d’astri fiammeggianti — e la musica, la divina Musica che le cantava come una fontana perenne nel cuore, inonderebbe d’armonia il mondo...
La creaturina nella culla aprì gli occhi e pianse: «Ho fame».
FINE.