I colloqui/III. Il reduce/L'onesto rifiuto
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L’ONESTO RIFIUTO.
Un mio gioco di sillabe t’illuse.
Tu verrai nella mia casa deserta:
3Io stuolo accrescerai delle deluse.
So che sei bella e folle nell’offerta
di te. Te stessa, bella preda certa,
6già quasi m’offri nelle palme schiuse.
Ma prima di conoscerti, con gesto
franco t’arresto sulle soglie, amica,
9e ti rifiuto come una mendica.
Non sono lui, non sono lui! Sì, questo
voglio gridarti nel rifiuto onesto,
12perchè più tardi tu non maledica.
Non sono lui! Non quello che t’appaio,
quello che sogni spirito fraterno!
15Sotto il verso che sai, tenero e gaio,
arido è il cuore, stridulo di scherno
come siliqua stridula d’inverno,
18vôta di semi, pendula al rovaio....
Per te serbare immune da pensieri
bassi, la coscienza ti congeda
21onestamente, in versi più sinceri....
Ma (tu sei bella) fa ch’io non ti veda
il desiderio della bella preda
24mentirebbe l’amore che tu speri.
Non posso amare. Illusa! Non ho amato
mai! Questa è la sciagura che nascondo.
27Triste cercai l’amore per il mondo,
triste pellegrinai pel mio passato,
vizioso fanciullo viziato,
30sull’orme del piacere vagabondo....
Ah! Non volgere i tuoi piccoli piedi
verso l’anima buia di chi tace!
33Non mi tentare, pallida seguace!...
Pel tuo sogno, pel sogno che ti diedi,
non son colui, non son colui che credi!
36Curiosa di me, lasciami in pace!