I bambini delle diverse nazioni/I bambini dell'Olanda e del Belgio
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I BAMBINI DELL’OLANDA E DEL BELGIO
L’olandese è calmo, perseverante e laborioso. I bambini in genere sono rosei, paffuti e hanno i capelli color di canapa. Nelle due stagioni medie, cioè nella primavera e nell’autunno, l’Olanda somiglia ad un immenso lago con piccoli isolotti, grandi appunto tanto, da contenere un mulino a vento, un salcio, una casetta dall’aspetto abbandonato, e uno o due argini su cui rifugiarsi nel caso di una inondazione. Quelle non sono stagioni gaie per l’Olanda. Piove continuamente, e dal mare soffiano venti impetuosi. L’Olanda è più bella nell’estate, quando i canali, i laghi, gli stagni sono solcati da barchette, quando i bambini giocano davanti alle case linde, dai tetti verdi, rossi e azzurri, o nei prati fra i bovi dal mantello bianco o nero, o sono adunati sopra le palafitte del loro villaggio, occupati a lavare gli utensili della cucina e della latteria, aspettando le barche, che portano il pesce e i viveri, oppure navigano nei canali in quelle zattere dove sono nati.
Anche l’inverno è una bella stagione per l’Olanda, quando i suoi canali, i suoi laghi e i suoi stagni sono coperti di una spessa crosta di diaccio, e si può patinare su di essi con la velocità degli uccelli acquatici. Qui in Italia quell’esercizio del patinare poco si conosce, ma scommetto che se i bambini italiani lo provassero non lo sdegnerebbero davvero, anzi doventerebbe ben presto uno dei loro passatempi prediletti, e sarebbero ben lieti di poter andare a scuola e tornare scivolando sul ghiaccio, o al mercato soli, oppure in comitiva, formando file di cinque o sei, e tenendosi per la mano. Naturalmente, come avviene di tutti i passatempi, si fanno scommesse fra i patinatori, giuochi sul ghiaccio, e vi sono le società di patinatori. Credo proprio che l’Olanda debba esser veduta nell’inverno, e allora il Vyner, il bellissimo lago nel centro dell’Aja, la città più florida del regno, è popolato di signore eleganti, di bambini, di giovanotti, i quali abbandonandosi al piacere di correre descrivono giri e rigiri sulla superficie del lago, su cui stendono i loro rami nudi gli alberi coperti di neve e di ghiaccioli.
Sentite come si festeggia in Olanda la nascita di un bambino. Voi sapete bene che non sempre i fratellini e le sorelline, che ebbero la fortuna di nascer fra i primi, sono disposti ad accoglier bene un nuovo piccino. Per renderlo loro accettò, e perchè non abbiano l’idea che esso viene al mondo per usurpar loro qualcosa, i genitori riempiono le manine del neonato, il quale è coricato in una culla simile a quelle dove abbiamo dormito i primi sonni voialtri ed io, di canditi, di confetti e di altre ghiottonerie, che vengono distribuite ai bambini. Il neonato continua a distribuire ai fratelli le chicche per un mese e mezzo e cessa soltanto quando si ritiene che abbia acquistato il diritto di sussistere.
I bambini olandesi sono vestiti come i nostri bambini di nascita, soltanto portano tre scuffie in testa; la prima di cambrì, la seconda di seta e la terza di trina.
Il battesimo si fa di domenica, e dopo la cerimonia vi è un gran pranzo, al quale sono invitati tutti i parenti.
Si fanno molte feste, tanto in Olanda quanto nel Belgio, per solennizzare l’anniversario del giorno natalizio, e si suole far visite di congratulazione, donare mazzi di fiori e regali.
I bambini recitano in quella occasione ai genitori delle poesie, e ne danno loro una copia scritta sopra un foglio elegantissimo di carta.
I bambini sogliono pranzare insieme con i loro genitori, ma non si dà loro mai il coltello. Essi tengono la forchetta nella mano destra, e la sinistra debbono posarla sulla tavola accanto al piatto.
Come sono le case dei bambini in Olanda e nel Belgio? Ve le descriverò subito. Gli abitanti ricchi dell’Aja hanno ville, case o palazzi ammobiliati con tutto lo splendore dell’Oriente. Danno delle feste cosiddette indiane, ed allora illuminano case e giardini, e coprono con drapperie orientali le finestre e i muri, servono i rinfreschi nei ricchi vassoi d’argento o d’oro e gli ospiti si presentano in ricchi costumi.
L’abitante della zattera ha una casa ben diversa da quelle descritte più sopra, ma credo che per i bambini essa abbia maggiori attrattive delle case dei ricchi.
Il padrone della zattera abita la sua casa galleggiante con tutta la sua famiglia. Voi sapete che la zattera è formata di tronchi d’albero, messi l’uno vicino all’altro e legati da vimini. Su quei tronchi riposano delle assi e sopra a queste s’erge una casetta di due piani; le finestre sono ornate di tendine, le pareti dipinte, a colori vivaci, e intorno intorno alla casetta, vi sono delle terrazze piene di fiori. Il commercio del padrone di zattera consiste nel comprare terraglie in Germania e rivenderle nel proprio paese.
I bambini passano l’infanzia su quelle zattere, e deve essere un piacere di traversare i graziosi distretti del Belgio, le pianure eguali dell’Olanda, popolate di cicogne, di aironi delicati e di altri uccelli acquatici e marini, che vanno a tuffarsi nei laghi per cercarvi alimento.
Ecco come sono, in genere, le case dei bambini e delle bambine dei contadini olandesi. La cucina è la stanza principale della casa, ed ha l’aspetto grazioso per il pavimento di ambrogette rosse, coperte di sabbia pure rossa, per il focolare di mattoni e le mura colorate, le tavole e le sedie lustre e gli utensili che luccicano come specchi.
Gli olandesi sono pulitissimi, ed è una necessità per loro di essere tali in quel clima umido. Se non strusciassero e lustrassero sempre ogni cosa, la ruggine e la muffa s’impossesserebbero completamente delle loro case, dei loro mobili e di tutti i loro utensili di cucina. Si vuole che il villaggio più pulito del mondo sia Brook o Brock. Là, come in ogni parte dell’Olanda, è pericoloso di andare il sabato per le strade senza ombrello e senza scarpe grosse, nonostante che sia buon tempo, poichè le buone massaie gettano acqua in abbondanza sulle facciate delle case per lavarle, e dalle finestre stesse ne rovesciano secchie piene. Gli Olandesi lavano pure le scale e i pavimenti inondando tutto senza misericordia. Anche le latterie e le cascine sono lavate e lustrate e i bambini non devono mai arrischiarsi a comparire sulla facciata della casa per timore che insudicino gli scalini o tolgano la vernice al resto. Per essi è sempre giorno di lavanda generale.
Forse le più curiose abitazioni per bambini si trovano nel villaggio di Gheel, nel Belgio, chiamato pure la colonia Contadini del Belgiodi Craze. L’origine di quella colonia è leggendaria. Una certa principessa Dymphna, buona e pia, era perseguitata dai suoi parenti; e non sapendo come scampare alla loro perfidia, si rifugiò in un angolo del Belgio, dove visse ignorata. Dopo morta, essa fu santificata, e i malati e gli infelici accorrevano in massa alla cappella eretta in suo onore, per riacquistare la salute. Fra quegli infelici vi erano dei poveri mentecatti i quali guarirono, e da quel tempo in poi gli abitanti, che sono tutti tessitori, hanno il permesso di tenere in casa un pazzo. Essendo questi infelici continuamente insieme con i bambini di casa, che li trattano bene, giocando e lavorando con loro, spesso riacquistano l’uso della ragione. Si narra di un pazzo tedesco, colpito dalla tremenda infermità in seguito ad un repentino rovescio di fortuna. L’ospite di Gheel che lo aveva accolto morì, e la famiglia trovavasi in gran miseria. Il pazzo vide e capì la ragione dell’angoscia dei superstiti, e a forza di pensare al modo di aiutarli guarì. Egli prese la direzione della famiglia, e lavorò per soccorrerla.
Un’altra specie di abitazione curiosa nel Belgio è la casa del contadino. La grandissima cucina di quella casa è circondata da tanti stanzini, appena capaci di contenere un letto. Il contadino lavora molto e penosamente, perchè spesso non ha aratro, e deve sudare per lavorare la terra. Le contadine filano il lino o la canapa; i bambini guardano il bestiame o fanno l’erba per governarlo. Tutti si alzano con i polli, e dopo aver preso il caffè incominciano il lavoro giornaliero.
Alle nove essi fanno una buona colazione di pane, burro e formaggio; a mezzogiorno desinano con patate, cipolle ed altro, e la sera mangiano insalata col pane. La bevanda generale consiste in una birra leggiera, ma bevono pure molto latte; i contadini sono vestiti di scuro, e portano per calzatura degli zoccoli di legno.
Un quartiere molto triste, dove le case mettono pietà a vederle, è quello che porta il nome di Marolles a Bruxelles. Gli abitanti sono poverissimi, gli uomini fanno scatole di cartone, le donne lavorano a quei preziosi merletti, che vengono loro pagati pochissimo, benchè richiedano molto tempo per farli. I bambini, mezzo nudi, si rotolano per terra e nessuno li sorveglia finchè non sono in età da lavorare ai merletti, e quei merletti riescono meglio quando sono fatti nelle stanze umide; così i poveri operai soffrono di dolori e invecchiano prima del tempo.
Anche quei poveri bimbi hanno i loro passatempi. Il primo giorno di maggio tutti gli abitanti di quel quartiere vanno in campagna per cogliervi le rame fiorite e portare a casa «il giovine maggio.» In altre occasioni quel povero quartiere è illuminato a lanterne chinesi, e ogni casa è ornata di festoni di rami di pino o d’abeto, e i bambini fanno dei giuochi curiosi e mangiano delle farinate di riso ed altre pietanze nazionali. I bambini poveri ricevono poca istruzione in quel quartiere e nei distretti meno floridi del Belgio, benchè in molte parti di quei due Stati vi sieno eccellenti scuole. Infatti in ogni meschino villaggio olandese v’è un edifizio pulito a uso di scuola.
Vi sono pure scuole primarie, secondarie, università, scuole militari e di belle arti, istituti per ciechi e sordomuti. Le lingue che s’insegnano comunemente sono il francese, il fiammingo e il tedesco.
Le lingue che si parlano sono il francese nella Fiandra occidentale e nel sud del Brabante: in una parte delle Ardenne parlano uno strano dialetto misto di olandese e di francese; nelle provincie settentrionali l’olandese; nel nord del Brabante, nella Fiandra orientale il fiammingo, che può dirsi un dialetto olandese.
In un paese che ha dato la vita a tanti e celebri artisti, l’arte è tenuta in gran pregio. In molte scuole i bambini devono disegnare sulla lavagna un’ora del giorno, e se un bambino mostra tendenze artistiche, trova sempre chi lo incoraggia e lo sostiene.
Il costume dei bambini olandesi e belgi è bello e solido. Le bimbe portano dei busti ricamati, dei grembiuli rossi, Costume Olandesedelle scarpe con le fibbie e agli orecchi hanno le buccole d’oro massiccio e portano altri ornamenti come collane, ecc. Quando si fanno grandi portano inoltre una specie di elmetto d’oro o d’argento e una berretta di trina in cima, e spesso anche sotto. I ragazzi e gli uomini portano larghi calzoni fino al ginocchio, calze nere, scarpe con le fibbie, giacchetta ornata di medaglie spesso d’oro o d’argento, e piccoli berretti in testa. Le signorine e i signorini di Bruxelles sono vestiti alla moda parigina e anche quelli delle altre città principali, poichè i belgi specialmente, imitano volentieri i francesi in tutto ciò che fanno.
I giuochi e i passatempi dei bambini di quelle due contrade somigliano ai nostri.
Per Pasqua si regalano le uova, ma la festa che manda in visibilio i bambini belgi come quelli della Gran Brettagna, è Santa Claus o San Nicola, che è il loro patrono.
Santa Claus manda i suoi regali nascosti o mascherati da rozzi involucri, ma spesso li porta da sè, ed allora giunge carico di balocchi di ogni specie e mentre i bambini li esaminano attentamente, il babbo, nascosto in un angolo fa piovere su di loro i confetti, quasi scendessero dal cielo.
Qualche volta Santa Claus non è contento della condotta dei bambini, e invece di mandar loro regali, fa qualche marachella.
Quando i bambini sono troppo grandi o troppo accorti per credere in Santa Claus, i genitori o i fratelli maggiori si divertono lo stesso a solennizzare quel giorno. Essi vestono un domestico di bianco e lo fanno montare su un cavallino pure bianco. Mettono al finto santo una lunga barba bianca e una mitra da vescovo in testa e una croce sul petto. Poi gli empiono le mani di regali e lo fanno galoppare intorno a casa.
I cani incominciano ad abbaiare vedendolo; i bambini gridano dalla gioia correndo alla finestra.
Santa Claus si vede bene al lume di luna, ed è bene accolto quando porta molti regali. Santa Claus scende da cavallo e fa la distribuzione dei doni con molta serietà e i bambini corrono in casa, nelle stanze illuminate e calde e guardano i balocchi.
Mi scordavo dirvi che San Niccola ricorre il 6 dicembre. È un bel mese per farvi far dei regali.