Prologo

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I Suppositi (prosa) Atto primo
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PROLOGO.


Qui siamo per farvi d’una nuova Commedia spettatori: il nome è li Suppositi, perchè di supposizioni1 è tutta piena. Che li fanciulli sieno stati per l’addietro suppositi, so che non pur nelle commedie, ma letto avete nelle istorie ancora; e forse è qui tra voi chi l’ha in esperienzia avuto. Ma che li vecchi sieno da li gioveni suppositi, vi debbe per certo parer nuovo e strano; e pur li vecchi alcuna volta si suppongono similmente: il che vi fia nella nuova favola notissimo. Non pigliate, benigni auditori, questo supponere in mala parte; chè bene in altra guisa si suppone, che non lasciò nelli suoi lascivi libri Elefantide figurato; ed in altri ancora, che non s’hanno li contenziosi dialettici immaginato. Qui con altre [p. 62 modifica]supposizioni il servo per lo libero, e il libero per lo servo si suppone. E vi confessa l’autore avere in questo e Plauto e Terenzio seguitato, che l’uno fece Cherea per Doro, e l’altro Filocrate per Tindaro e Tindaro per Filocrate, l’uno nello Eunuco, l’altro nelli Captivi supponersi: perchè non solo nelli costumi, ma negli argomenti ancora delle favole2 vuole essere de gli antichi e celebrati poeti, a tutta sua possanza, imitatore; e come essi Menandro ed Apollodoro e gli altri Greci nelle loro latine commedie seguitaro, egli così nelle sue volgari, i modi e processi de’ latini scrittori schifar non vuole. Come io vi dico, dallo Eunuco di Terenzio e dalli Captivi di Plauto ha parte dello argomento delli suoi Suppositi transunto, ma sì modestamente però, che Terenzio e Plauto medesimi risapendolo non l’arebbono a male, e di poetica imitazione più presto che di furto gli darebbono nome. Se per questo è da esser condennato o no, al discretissimo giudizio vostro se ne rimette; il quale vi prega bene non facciate, prima che tutta abbiate la nuova favola conosciuta, la quale di parte in parte per se medesima si dichiara. E se quella benigna udienza che a l’altra sua intitolata Cassaria3 vi degnaste donare, non negherete a questa, si confida non sia per soddisfarvi meno.



Note

  1. Nelle prime stampe è scritto sempre Soppositi, e qui sopposizione, come appresso sopponere, con le altre voci di tal verbo.
  2. Ant. stamp.: fabule.
  3. Da ciò apparisce che ancora questa Commedia fosse composta e rappresentata poco dopo la precedente, nella gioventù dell’autore. Il Baruffaldi le dice ripetute negli anni 1514 e 1515.