I Persiani (Eschilo-Romagnoli)/Canto d'ingresso
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CANTO D’INGRESSO
Entrano in orchestra ventiquattro vegliardi persiani che misurano
il passo sul ritmo lentissimo del loro canto.
coro
I fedeli siam noi dei Signori
persïani partiti per l’Ellade,
i custodi siam noi dei palagi
ricchi d’oro, opulenti. Prescelse
noi, pel senno e per gli anni provetti
a vegliar su la patria il re Serse,
figliuolo di Dario.
E di già per l’assenza del sire,
dell’esercito rutilo d’oro,
troppo in seno tumultua l’anima
presaga di mali.
Poi che tutta partir la sua forza
vide l’Asia, e i suoi giovani invoca;
né alcun messo ancor giunge, non giunge
cavaliere alla nostra città.
Molti d'essi, da Ecbàtana e Susa,
dal vetusto recinto di Císsino,
movevano a guerra
su corsieri, su navi, o pedoni
ad empir le caterve di guerra:
quali Amistra, Artaferne, Megàbate,
ed Astàspe, signori di Persi.
Ed i re del gran Re tributarî,
si lanciâr con fittissime schiere,
vibrando archi, inforcando corsieri,
paurosi a vedere, terribili
com’è fama, pel cuor temerario
nella zuffa. Ed Artèmbare, vago
di cavalli, e Masistre, e Imeo prode
vibratore dell'arco, e Faràndace
e Sostane signor dei corsieri.
Il gran Nilo dai flutti fecondi
altri poi ne mandava: Susícane,
Pegastàgone egizio, ed Arsàme,
l'alto sire di Menfi la sacra,
e Ariomardo che a Tebe vetusta
tien lo scettro; e le genti palustri
ben destre al remeggio,
moltitudini immense e terribili.
E li segue la turba dei Lidî
delicati, e quanti ebber la culla
nelle interne contrade. Li guida
Metrogate e Arteo prode, signori
ambi e re. Sardi, rutila d’oro,
li sospinge su innumeri carri
aggiogati con quattro, con sei
corridori, tremendo spettacolo.
E Mardonio e Taríbide, incudini
delle lance al cozzar, che dimorano
presso a Tmolo santissima, e i Misî
lanciator’di zagaglie, minacciano
pure all’Ellade il giogo servile.
Babilonia che sfolgora d’oro,
inviò lunghe turbe commiste,
e su navi i guerrieri sicuri
nell’ardire che lancia le frecce.
E ogni gente che stringa la spada,
dall’Asia universa
segue gli ordini fieri del Re.
Tale fiore di giovani mosse
dalle piaghe di Persia. E per essi
tutta or piange la terra asïàna
che nutriali, ch’or n’arde di brama.
Ed il tempo che tanto prolungasi
i padri e le spose
giorno a giorno misurano, e tremano.
Tutti vegliardi sono oramai entrati; e, dopo una larga evoluzione,
si sono aggruppati intorno all’ara di Diòniso, divisi in due semicori,
guidati ciascuno da un corifèo.