I' sento il rossignuol, che sovra un faggio
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Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/I sonetti amorosi
li
canto di uccelli
nella villa di Iacopo Corsi presso Firenze.
I’ sento il rossignuol, che sovra un faggio
il canto accorda al mormorar de l’onde;
e Progne, che lo sfida e gli risponde,
né piú si lagna de l’antico oltraggio.
Odo dappresso il calderin selvaggio,
che saluta l’aurora e poi s’asconde;
e ’l vago tortorel, che tra le fronde
par dica in suo tenor: — Giá torna maggio. —
Non lunge il solitario ascolto poi
chiuso rimproverar fra gli arboscelli
al rozzo cacciator gl’inganni suoi.
Dolci a voi l’esche ognor, puri i ruscelli
serbi la terra in sen. Ben siete voi
angeli de la selva e non augelli.