Historia della Sacra Real Maestà di Christina Alessandra Regina di Svetia/0
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A chi vuol leggere.
Che una Regina di nascita, e di spirito sì sublime, & epilogo di tutte le Virtù deponga voluntariamente lo Scetro, e venga à piedi del Vicario di Christo, per ricevervi nelle di lui benedittioni una Corona di Paradiso, è risoluzione, che troppo eccede l’humana capacità non che il costume; il Mondo non hà forse più veduto, chi per far acquisto della vere fede habbia abbandonati i proprij Regni, e per arricchirsi delle gioie del Cielo, si sia spogliato de tesori della Terra.
Hò però cominciato à tesserne un’Historia particolare, e l’hò condotta sin qui con mio gusto, perché non solo abbraccia le rare doti, e prerogative d’una Gran Principessa; mà anche gli trattamenti fattegli sin hora da’ Maggiori Principi, e Monarchi della Christianità; onde può dirsi con verità, che Christina la Grande non poteva nelle sue risoluzioni, e ricevimenti incontrar cos’alcuna uguale al suo gran merito, che l’animo, e la pietà d’un Filippo, e d’un Alessandro.
Parerà forse à qualcheduno, ch’io habbia lasciato correr la penna al racconto di certe minuzie poco proporzionate alla maestà dell’Historia; mà questi si ricordino, che le notizie degli individui, e le memorie degli Huomini, ancorche particolari, purche siano benemeriti della fama, crescono sempre di credito, e di compiaccimento presso la Posterità. In ogni caso che persistessero nel rigore de’ loro scrupoli, potranno facilmente sodisfarsi col leggere sol quella parte, che più lor piace. A Dio,
All’Illustriss. et Eccellentiss. Signor mio, Signor Patrone Collendissimo
IL SIG. PRINCIPE
DON CAMILLO
PANFILO, ETC.
Per assicurarmi dunque, che la sincerità de miei fogli sia riguardata felicemente dalla benignissime pupille di lei, risoluto di publicargli al mondo sotto il glorioso nome di V. E. la quale godendo un credito infinito presso di detta Regina, parteciperà a questo mio componimento ogn’adito, e ventura; Et in vero ne concetti, che Sua Maestà mostra d’haver formati delle cospicue qualità, e rari talenti di V. E. da ad intendere sempre più le finezze del suo buon giuditio, poiche tralasciando le dimostrazioni, che l’accorto intendimento della medesima Regina ne hà havuto coll’opportunità de’ spiritosi, e Regij trattamenti fattigli dall’Eccellenza Vostra con tant’applauso d’ogn’uno; chi non sa quanto V. E. ne gli onorati suoi esercitij, e ne’ suoi virtuosi trattenimenti habbia fatto spiccare l’ottimo temperamento de’ suoi costumi, la candidezza del suo animo, la generosità del suo cuore; e come pure habbia rese sempre più riguardevoli le sue costanti applicazioni alle scienze, & alle lettere, la rara cognizione delle quali la fa risplendere sempre più nel lume delle sue eminenti condizioni.
Di tutto ciò ne rende piena testimonianza il maneggio, che hebbe V. E. della Monarchia Ecclesiastica, dove ella si diportò con tant’applauso così nel governo dell’armi Pontificie, come nella direzione degli affari publici, che meritò le lodi, e gl’encomi di tutte le nazioni, coll’haver legato sempre l’amore, e confidenza de’ Ministri di Principi, et il cuore de medesimi Potentati: Onde continuando ella a dar saggi sempre maggiori dell’innocenza delle sue intenzioni, della grandezza de’ suoi pensieri, con le virtuose, e sempre più accertate operazioni, con la dolcezza de’ suoi amabilissimi tratti, con lo splendore della sua nascita, col candore, e vivacità de’ suoi dettami, et in fine con le glorie de’ suoi maggiori, ci resta Vostra Eccellenza per simulacro d’un Principe Virtuoso, e per ogni riguardo dignissimo de felici influssi del Cielo, e delle benedizioni della Terra.
Bisogna confessar in fatti, ch’ella ne’ discorsi si fa conoscere per savia, e spiritosa, nelle conversazioni affabile, e cortese, e che in fine la compitezza delle sue maniere forma un’esemplar di valore, e di virtù impareggiabili.
Potrei dir molto più in honor di lei, ma conoscendo, che la moderazione dell’animo suo, e del suo cuore, si contenta d’haver più meritate le lodi, e gli applausi, che di sentirgli mi restringerò a supplicar la grandezza dell’animo suo di gradire il tributo del mio divoto ossequio col credere, ch’io sono, e sarò sempre.
Di V. Eccellenza
Humiliss. et divotiss. Servitore
Galeazzo Gualdo Priorato.