Guida della Val di Bisenzio/Parte seconda/22/ra
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Via a. Si passa per i prati di Cotone, dove sono bei castagni e si scende a Rimondeto. È questo un meschinissimo casolare sulla costa ripida e boscosa del monte, fra i campi a gradinate e in mezzo ad una infinità di piante e frutta. Le case nere e scassinate reggono appena e mostrano chiaramente la loro vecchiezza. Poco più sotto, mezzo nascoste tra i fossi e le forre della montagna sono appiattate alcune povere case; è Rimochi.
Qui nacque quel Vitale da Rimochi, chiamato poi il Demonio di Rimondeto: scherano, e il più feroce e sanguinario, dell’antipapa Bonifazio VII nel X secolo. Uccisore di due papi, spogliatore delle ricchezze del Vaticano, profugo col suo padrone a Costantinopoli, reduce di poi a Roma, s’acquistò tristissima fama; e quando, dopo la morte di Crescenzio, fu stanco di stragi, di ruberie e di delitti, se ne ritornò ai suoi monti e si rintanò su pei greppi di Rimondeto, che allora non fra i campi lieti di biade e di frutti come oggi si mostrava ma sepolto nella inesplicabile foresta che ricopriva quei monti. Costà visse qualche tempo temuto dai feudatari e dai vassalli, ma poi si vuole andasse a finire i suoi giorni nella Badia di Montepiano, ove erasi rifugiato a far penitenza della sua vita malvagia1.
Da Rimochi ripassando per Celle si scende a S. Quirico in 25 minuti.