Guida della Val di Bisenzio/Parte seconda/17/e
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Via e. Da Vaiano, per Sofignano e il Mandrione; ore 2,40.
Da Vaiano scesi al Bisenzio e passatolo si sale subito su alla Pieve di Sofignano (40 min.) che pur essa faceva parte del Contado pratese come una delle 48 ville; forse i pochi avanzi di torri ivi intorno dispersi stanno ad indicare che costà pure dovettero esistere dei resedii signorili o case dominicali1. La chiesa dev’essere del 1000 e il Miniati, raccoglitore abbastanza conosciuto di notizie pratesi sulla fine del Sec. XVI, dice che Antonio Miniati pittore, dal quale ei si fa discendente, «circa l’anno 1430 dipinse in più luoghi a fresco di chiaro scuro fuori e dentro alla Terra, nel Convento de’ Servi, in San Niccolao e Santa Lucia, nelle pieve di S. Giusto e in quella di Soffignano et altrove.» Ma oggi le pareti della chiesa sono interamente imbiancate, e nulla è rimasto di bello alla Pieve che l’amenissima posizione.
A sinistra della Chiesa è un erto sentiero, che passando dal casone detto il Poggio va su alla collina e poi volgendo a sinistra e passato il Rio, che prende più basso il nome di Cambiaticcio va ad un contadino detto Fonti, un luogo romito e solitario, in una piccola spianata nascosta fra gli alberi e l’aspro fianco della Calvana; di qui si giunge in 30 min. alla cima. Ma per andare al M. Maggiore deve prendersi la stradella a destra che sale su ad una bella casa colonica, la Lastruccia, e poi volgendo a sinistra salir per il monte. Poco distante dalla Lastruccia, sotto alcune grosse quercie si mostrano tre vie; quella a manca va a scollinare fra due roccie e conduce alla Fonte al favo; pittoresco masso dal quale sgorga in copia e perenne la fontana. (Da Sofignano 35 min.). Di qui la via prosegue per la via della Calvana e vi si arriva in 10 min. La strada che è a destra va a Rimaggio poco distante, luogo di acque limpide e di frescure e d’ombre gradite.
Il Firenzuola asserisce che in questi luoghi avvenne quanto narra in una delle sue eleganti novelle. Alloggiava egli un certo lione sopra le alpestre montagne di Rimaggio, che sono poco dopo le mura della nobil città di Sofignano, alte radici delle quali vi aveva una bellissima fontana e in quel tempo per tutte le ville vicine non si ritrovava altr’acqua, dove gli animali del paese si potessero trar la sete2. Forse il sito alpestre e l’abbondanza di acque del torrente che balzano da grossi macigni con belle cascate e fra gli alberi delle rive, chi sa non porgesse occasione a lui di novellare e fare una pittura del luogo, viva e vera anche oggi. Il lione morì affogato nella fonte di Rimaggio, perchè, dice il Firenzuola, per tutto quel paese se ne fece allegrezza; e perchè ognuno diceva: e v’è pure rimasto; alla fonte rimase il nome di Rimasto, che oggi i paesani corrottamente chiamano Rimaggio3.
Seguitando la via dopo la casa, si giunge a Casanera e di qui si può andare alla vetta della Calvana in 40 min. tenendosi ad uno stradello che sale su a destra. Chi vuole scendere a Savignano deve seguitare la via a diritta e passare un guado da cui sopra un’altissima balza di pietra coltellina, un po’ inclinata, scivola la scarsa acqua del Rio detto Scalai. Curiosa e bella veduta. Di qui per un viottolo in un bosco si scende sulla strada di Savignano presso il Cimitero. Dalla Lastruccia 40 min.
La strada, che dopo la Lastruccia per andare in Calvana è in mezzo alle due sopra descritte, conduce al Mandrione o al Passo della Croce per scendere a Pimonte. (Dalla Lastruccia al Passo 35 min.). Giunti sulla sommità del valico si vede a destra sul dorso del monte un grosso gruppo di alberi, all’ombra dei quali meriggiano le pecore. Si scorge da ogni eminenza e da molti luoghi della Val di Bisenzio. Per andare al M. Maggiore si piglia la strada a destra che si tiene sul versante della Marina e in ore 1 si giunge alla torretta.