Guida del viaggiatore per la città e per li dintorni di Trento/I. Trento, e suoi abitanti. Comune, distretto, circolo, e diocesi di Trento

I. Trento, e suoi abitanti. Comune, distretto, circolo, e diocesi di Trento

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I. Trento, e suoi abitanti. Comune, distretto, circolo, e diocesi di Trento
A chi legge II. Principali contrade di Trento esposte in ordine di passeggio per comodo del viaggiatore
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I.

Principali contrade di Trento esposte in ordine di passeggio per comodo del viaggiatore.


Trento (Tridentum), terra de’ Reti, elevata a romana Colonia da Augusto, cinta di mura prima dagli Etruschi, indi da Teodorico re degli Ostrogoti, scelta a sede di un Ducato da’ Longobardi, incorporata in seguito al Regno germanico, e data in dono qual marca da Corrado il Salico a’ proprj Vescovi divenne sede d’un Principato dell’Impero romano-tedesco, il quale fiorì sotto il vescovo Bernardo Clesio, cardinale, consigliere e segretario di stato dell’Imperatore Massimiliano, come lo dimostrano i fabbricati di buon gusto, che segnano quell’epoca, l’acquedotto a Trento procurato, il bel ponte di legno coperto a S. Lorenzo, distrutto nelle ultime guerre l’anno 1796, e che da alcuni geografi moderni viene anche a’ nostri dì come esistente descritto, gli statuti municipali [p. 8 modifica]pubblicati sotto di lui, che meritano essere preferiti a quelli, che fino a' tempi nostri vigevano nelle vicine città italiane, e tedesche.

Secolarizzati i Principati ecclesiastici passò in forza della pace di Luneville sotto il dominio dell’Austria, indi venne unita al Regno di Baviera, e fu residenza del Capitanato del Circolo ai confini d’Italia, uno dei tre circoli, nei quali era diviso il Tirolo, in seguito formò parte del Regno d’Italia, e divenne residenza della Prefettura del Dipartimento dell’alto Adige, e finalmente ritornò sotto gli auspicii dell’Austria, e fu costituita residenza del Capitanato del Circolo di Trento, uno dei sette circoli, ne’ quali venne divisa la provincia del Tirolo, e Vorarlberg.

Questa città è situata quasi nel centro del Tirolo meridionale al grado di lat. 46, 5, 30, e long. 28, 40, 41, all'altezza di 524 piedi parigini sopra il livello del mare, e giace quasi nel mezzo di quella parte di valle atesina, che coll'occhio si può scorgere a Trento, mentre questa è della lunghezza di circa 14 miglia, 6 al nord, ed 8 al sud di Trento, [p. 9 modifica]e della larghezza di un miglio e mezzo. Viene lambita al nord-ovest dal fiume Adige, alla sinistra del quale è posta, e che quivi incomincia ad essere navigabile con barche di gran carico, essendo con zattere navigabile già a Bronzollo presso Bolzano. Da tutte le altre parti la circondano mura di 22 piedi di media altezza, fornite di merli e di torricelle. La figura della sua pianta si avvicina molto a quella di un cuore, ed il suo perimetro è di circa un miglio italiano.

La vicinanza del fiume, e del colle a levante denominato le Laste le procurò comode vie, perchè sono tutte selciate a minuti ciottoli di granito da quello condotti, e fornite di marciapiedi, e canali di pietra da questo somministrata: si distinguono esse per la regolarità loro, e per ritrovarsi la maggior parte nella direzione di est-ovest, e nord-sud. Le case sono solide, ben costrutte, ed edificate alla maniera italiana. Il colle testè citato, che procaccia alle vie marciapiedi, e canali, pei quali scorre acqua tolta dal vicino torrente Fersina, e che ai fabbricati dona solidità, fornisce pietre da [p. 10 modifica]costruzione, e da lavoro, sì bianche, che rosse, e nella sua continuazione a Trasasso presso Civezzano bel marmo lumachella.

La città è provveduta di buona acqua da bevere mediante due fontane, e varj pozzi, nei quali nella parte più bassa della città ritrovasi l’acqua dell’Adige, che si filtra passando per l’arenoso terreno, e nella più alla l’acqua scolata dal vicino colle, che da taluno come più leggiera viene creduta acqua di fonte: per la pulitezza della città, e pel pericolo d’incendj scorrono per le vie dei rigagnoli. Il clima è salubre, e la temperatura massima ascende a † 26 R., la media a † 14 R., e la minima a — 6 R. I venti, che dominano sono il borea, il greco, e rare volte l’austro.

Trento ha cinque porte. La porta di S. Martino al nord conduce (per Lavis, Salorno, Egna, Bronzollo, stazioni postali) a Bolzano, distante da Trento 32 miglia.

Quella d’Aquileja, volgarmente dell’Aquila, all’est (per Pergine, Borgo, stazioni postali) porta a Bassano, lungi 48 miglia da Trento. [p. 11 modifica]

La porta Nuova, pure all’est, t’invia al comune di Povo.

La porta Maria Teresa, già S. Croce, al sud (per Roveredo, Ala, Peri e Volargne, stazioni postali) conduce a Verona, alla distanza da Trento di 52 miglia, e

Finalmente la porta di S. Lorenzo, o Bresciana, all’ovest (per istrada piuttosto cattiva, ma romantica, il perchè non vi sono stazioni postali) ti dirige, percorsa la valle di Bucco di Vela, e parte di Val di Sarca, per valle di Giudicarie, o pel lago di Garda a Brescia, lungi per istrada postale da Trento 75 miglia.

A Trento quindi si uniscono varie strade, che congiungono le Provincie venete, e la Lombardia coi vicini paesi tedeschi, e tale unione di strade qualifica Trento per città riguardevole in commercio di transito; e diffatti essa ancora con dolore si ricorda del tempo, nel quale fiorivano le fiere di Bolzano, che mettevano in comunicazione commerciale l’Italia colla Germania, e del tempo, nel quale si distingueva per commercio di economia Venezia. Di presente fa commercio colle proprie valli, che la [p. 12 modifica]circondano, di alcuni articoli colle vicine Provincie italiane, e coi prossimi paesi tedeschi, e di seta anche con Londra, e Lione. Ritira le merci coloniali, gli oli, i saponi, e le cere da Trieste, e Venezia, il grano, ed il pollame dalle vicine provincie venete, e dal lombardo, i buoi da macello dalla Pusteria, i buoi da tiro dagli altri paesi dei Tirolo tedesco, i porci, che altre volte provedevansi anche in Ungheria, gran parte dallo stato Pontificio, la canapa da Bologna, e Ferrara, il lino, e le tellerie dal Tirolo tedesco, i panni, e le cotonarie dall’Austria, dalla Boemia, e dalla Moravia, e le stoffe di seta da Milano, e da Vienna, ed esporta zuccheri della propria Raffineria, seta lavorata, e da lavorarsi, vino, acquavite, rosolj, confetterie, salami, saurcraut, erba sommaco, e carta da scrivere, e da stampa.

Ogni terzo lunedì del mese si tiene mercato di animali, e così pure il primo lunedì di quaresima, il quale mercato si chiama Fiera della Casolara, che dura otto giorni, come quello di S. Giovanni Battista, di S. Michele, e di S. Martino. [p. 13 modifica]I mercati più frequentati sono quelli di Fiera della Casolara, e di S. Martino. Essi sono visitati da molti mercanti di bestiame, da’ villici, che comprano il bestiame giovine, o mal tenuto, e che lo rivendono ridotto in istato migliore con qualche guadagno, e da veneti, e lombardi. Il dì di S. Lorenzo, e di S. Bartolammeo, che corrono nel mese di agosto, tiensi una specie di mercato di seta, frequentato da coloro, che hanno piccole partite di seta, e dai mercanti all’ingrosso di questa merce del Tirolo meridionale.

La popolazione della città coi sobborghi, e colle case disperse nella campagna intorno a Trento secondo i dati somministrati dalla Descriptio Diœcesis, et Cleri Tridentini dell’anno 1837 ascende a 12466 abitanti, divisi in tre distretti parrocchiali, cioè nel distretto della Cattedrale, nel distretto di S. Maria Maggiore e nel distretto delle unite due parrocchie de’ SS. Pietro, e Paolo, e S. Maria Maddalena. Tra questi abitanti si distingue il possidente di media classe per coltura, il nobile per attenzione nel far [p. 14 modifica]ben coltivare le campagne di sua proprietà, l’artigiano per esattezza ne’ suoi lavori, il mercante per fina speculazione, e la bassa classe, che è agricola, o occupata nelle professioni inferiori, non forma una ciurmaglia di persone inattive, e dannose alla società, come in altri luoghi si scorge. Il clero è colto, ed esatto osservatore de’ suoi doveri. Il temperamento del trentino è in genere il sanguigno.

I cibi della classe agiata, e della classe bassa sono assai semplici, e consistono per la prima in carne di manzo, e di vitello nato da pochi giorni, il quale viene somministrato dalle valli di Rendena, di Sole, e di Fiemme, e dal comune di Pinè, ed in pane di formento, del quale maggiore è l’uso di quello preparato alla maniera francese, che di quello preparato alla maniera italiana; l’uno e l’altro ridotto a perfezione mediante l’attenta, e provida cura del saggio Magistrato, e per la seconda classe in polenta, legumi, ed erbaggi. Si conosce pure la cucina italiana e tedesca, ed in alcune case anche la francese. Il pesce vien fornito dall’Adige, e dai laghi di [p. 15 modifica]Molveno, Pinè, Caldonazzo, Terlago, e Garda, e nell’inverno si conduce dalla vicina Venezia anche pesce marino non salato. Il selvaggiume è poco in relazione delle alpi, che circondano ovunque il trentino, e che lo dividono naturalmente in valli. Il vino migliore vien raccolto in Mesiano, Gocciadoro, Ravina, Romagnano, e Calavino, ed il vin retico imbandiva le mense anche dell'opulento romano. L' altra campagna produce pure buon vino, il quale non è a porsi in confronto col già accennato. La bassa classe usa il sì detto acquarello, e vin piccolo, distinto col primo, o col secondo dei due nomi secondochè coll'uva pigiata si mescola più, o men acqua. Nell'estate il trentino beve volentieri della birra, che veniva ritirata dal vicino Tirolo tedesco, e della quale presentemente esistono in Trento due fabbriche. L’olio, che si vende in Trento, viene alle volte mescolato coll'olio raccolto in alcuni luoghi di valle di Bucco di Vella, di val di Sarca e della costiera d’Arco, e di Riva, il quale sa un ingrato odore e sapore, forse per la non conosciuta retta maniera di [p. 16 modifica]prepararlo. La valle di Sole, e precisamente i villaggi di Pejo e Rabbi somministrano alla città acque acidule, marziali, delle quali ultimamente istituì chimica analisi l’erudito professore di chimica presso l'Università di Padova Dott. Ragazzini.

Nel vestito si osserva del lusso, maggiore nelle donne, che negli uomini; lusso, che si estese alla vicina campagna, dove i coloni mostrano in tutta la vita loro della mollezza. Il vestito de’ vecchi contadini è semplice, netto, e decente. Nel Trentino, come pure in tutto il Tirolo italiano non si conserva un vestito nazionale, che in Tesino nel distretto di Sirigno.

L’abitazione è ovunque comoda, pulita, e fornita di mobili di buon gusto.

I divertimenti de’ Trentini consistono nel passeggio, nel teatro, che si apre poche volte all' anno, nelle conversazioni, nelle quali è comunissimo il discorso sul prezzo de' prodotti, e sulle speculazioni da intraprendersi in proposito di questi a somiglianza delle conversazioni delle città commerciali, nelle quali nulla si ode, che al commercio non si riferisca, nell’andar [p. 17 modifica]in maschera, e nel ballo in tempo di carnovale, nei giuochi della palla, e del pallone, e nel bersaglio. I giuochi di carte formano il trattenimento della classe più agiata; tuttavia non sono molto coltivati come altrove.

Si parla in Trento un dialetto italiano, creduto il migliore, che ad eccezione del veneto venga parlato nell'Italia superiore. L'abate Bettinelli nel suo risorgimento della letteratura italiana dopo il mille lo annovera fra i dialetti d’Italia, che partecipano più degli altri dell'asiatico.

Molti sono gli uomini, che in Trento in scienze, arti, e lettere si distinguono, e si distinsero, dei quali si ommetteranno i viventi per non offendere la loro modestia, e dei trapassati solo pochi si accenneranno per non sortire dai limiti proposti, e per non entrare in una materia, che merita estesamente, e da intelligenti persone essere trattata. Basti il rammentare il pittore Gironimo da Trento, l’incisore Antonio Fantucci, i miniatori Annunzio Galluzzi, e Fedele Galluzzi sua figlia, lo scultore Alessandro [p. 18 modifica]Vittoria, l'architetto Simone Dal Pozzo; i giureconsulti Rovereti, Pilati, Barbacovi, ed i medici Giulio Alessandrino, Gio. Batt., e Francesco Borsieri, e Pietro Paolo Dall'Arme.

Il comune di Trento, oltre la città, i sobborghi, e la campagna intorno alla città, comprende Piedicastello (pop. 329 distante da Trento 1/4 d’ora), e Vela ( pop. 457 dist. 1 ora ), e conta 13252 abitanti.

Il distretto della città abbraccia il comune di Trento, ed i comuni di Sardagna (pop. 535 dist. 1 1/4 ora), Ravina (pop. 688 dist. 1 1/4 ora), Romagnano (pop. 498 dist. 1 3/4 ora), Mattarello (pop. 1217 dist. 2 ore), con Valsorda (pop. 185 dist. 2 ore), frazione dello stesso comune verso Vigolo, comune del distretto di Civezzano, Gardolo (pop. 1068 dist. 3/4 d’ora), Cognola (pop. 1292 dist. 3/4), con Villamontagna (pop. 221 dist. 1 1/2 ora), ed ha di popolazione 18956 abitanti.

11 Circolo di Trento si divide in 15 distretti. A quello della città presiede un Magistrato politico ed economico, ed a[p. 19 modifica]gli altri un giudizio distrettuale, che è pure foro ordinario di prima istanza in affari di diritto civile per tutto il distretto. Questi sono:

1.° Il giudizio distrettuale di Vezzano per le valli di Bucco di Vela, e di Sarca.

2.° Di Civezzano pei paesi siti nel monte all'est di Trento.

3.° Di Pergine pei paesi circonvicini, il quale è anche I. R. Sostituzione montanistica per le miniere di rame misto a poco argento, che ritrovansi nel distretto.

4.° I giudizj di Levico — e 5.° di Borgo per Valsugana, la quale produce la miglior seta del Trentino, ed esporta castagne verso la Germania.

6.° Il giudizio di Strigno pei paesi circonvicini, e per Tesino. Gli abitanti dì questo paese scorrono l’Europa tutta con incisioni, e miniature di vario genere, e ritornano, pervenuti ad una età avvanzata, a godere in patria i loro guadagni, essendo soggetti al mal di patria, o male svizzero. [p. 20 modifica]

7.° Il giudizio di Lavis per la valle atesina al nord di Trento per Cembra, e valle di Giovo.

8.° I giudizj di Mezzolombardo, — 9.° di Cles, e

10.° di Fondo per la valle di Non, e pei paesi con quella confinanti posti alla destra dell’Adige.

11.° 11 giudizio di Malè per la valle di Sole.

La valle di Non è la più deliziosa del Trentino. Parte degli abitanti di questa valle, e di quella di Sole si portano l'inverno in Italia a segare a mano il legname destinato per costruzioni, a scoppare cammini, a rattoppare utensili da cucina di metallo, e ad acconciare vetri nelle imposte delle fenestre.

12.° Il giudizio di Cavalese per la valle di Fiemme. Questa valle fa traffico in particolare di legnami da costruzione coll’ Italia, ed i varj mulini a sega, siti alla foce del torrente Lavis nell'Adige, luogo detto ai Vodi di Lavis, appartengono ad una società di mercanti di legnami, che fa ivi preparare il legname condotto col mezzo del torrente dalla val[p. 21 modifica]le di Fiemme. Possiede belle cave di marmo visitate e descritte alcuni anni sono dal professore dell’accademia di Venezia Zandomeneghi.

13.° Il giudizio di Primiero per la valle dello stesso nome residente a Fiera di Primiero, e

14.° Il giudizio di Fassa, pure per la valle dello stesso nome, residente a Vigo di Fassa.

La diocesi di Trento abbraccia 3 circoli, cioè circolo di Trento (pop. 187379 ab.), circolo di Roveredo (pop. 105815 ab.), e circolo di Bolzano (pop. 111187 ab.), e comprende 35 decanati, dei quali 16 sono nel circolo di Trento, 9 in quello di Roveredo, e 10 in quello di Bolzano; suddivisi i primi in 62 parrocchie, e 220 chiese curate minori, i secondi in 30 parrocchie, e 128 chiese curate minori, ed i terzi in 50 parrocchie, e 102 chiese curate minori. Essa ascende alla popolazione di 404381 abitanti, e conta 811 scuole elementari frequentate nel 1836 nei giorni feriali da 31361 fanciulli e 24501 fanciulle, e nei giorni festivi da 7415 fanciulli, e 6394 fanciulle.